Coenzima Q10 - Un’Indagine sui suoi Effetti sulla Salute Rebecca Lee BSc, ND https://www.marsdencentre.com 6 June 2016 Lingua Italiano Coenzima Q10 - Un’Indagine sui suoi Effetti sulla Salute by Dr. Becky Lee ND Naturopathic Doctor 9131 Keele Street Concord, ON L4K 0G7 T: 905-508-4498 F: 905-508-4827 www.marsdencentre.com CoQ10 e Salute del Cuore Oltre 1,4 milioni di Canadesi soffrono di una malattia cardiaca ed è una delle cause principali di morte in Canada con più di 33.600 decessi all’anno (1). La cardiopatia include l’arresto cardiaco, l’angina, la cardiomiopatia, la coronaropatia, i disturbi alla valvola e altre patologie relative al cuore. Questi incredibili numeri richiamano la necessità delle migliori cure possibili per la cardiopatia e il coenzima Q10 (CoQ10) si è dimostrato essere una terapia promettente. Aspetti del Cuore Il cuore umano di un adulto pesa da 200 a 425gr. ed è capace di convertire l’energia chimica in energia meccanica in maniera estremamente efficiente. Per quantificare, è capace di pompare cinque litri di sangue ogni minuto, 7.200 litri al giorno e oltre 2,6 milioni di litri ogni anno (2). La pressione sanguigna alta (PS) è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare in tutto il mondo. All’incirca due terzi dei pazienti non raggiunge un controllo ottimale della PS usando una terapia farmaceutica (3). Altri interventi sono estremamente importanti, dato che una riduzione di 5mmHg nella PS sistolica è stata associata a una riduzione del 7% nella mortalità generale (4). Le conseguenze di un arresto cardiaco sono preoccupanti e nonostante le sofisticate tecniche di diagnosi e le cure, il rischio di morte nel giro di cinque anni dalla diagnosi è maggiore del 50% (5). Si è scoperto che i livelli di CoQ10 nel sangue sono un predittore di mortalità nell’arresto cardiaco congestivo (6). A proposito di CoQ10 Isolato per la prima volta nel 1957 dai mitocondri del manzo, il CoQ10 – o ubidecarenone – è altamente concentrato nelle cellule del muscolo del cuore a causa dei suoi maggiori requisiti di energia (7). Oltre al suo ruolo nella formazione dell’ATP, il CoQ10 serve per rallentare o prevenire la perossidazione dei lipidi e stimolare la stabilizzazione della membrana cellulare (8, 9). A causa del fatto che i mitocondri sono particolarmente vulnerabili al danno ossidativo, gli antiossidanti mirati ai mitocondri come il CoQ10 possono essere una strategia terapeutica efficace nel prevenire o ridurre la progressione dei disturbi cardiovascolari o di altro genere (10). Il CoQ10 si trova soprattutto negli organi attivi come il cuore, dove un sostanziale declino può essere osservato con l’età (11). Un corpo umano adulto ha approssimativamente 2 grammi di CoQ10 e 0,5 grammi devono essere sostituiti ogni giorno rendendo il tasso di ricambio medio nel corpo di circa 4 giorni (11). Durante le prove è stato riscontrato che un’integrazione di CoQ10 può essere efficace nei disturbi cardiovascolari come la cardiomiopatia, l’ipertensione, l’angina pectoris, l’ateriosclerosi, la cardiopatia ischemica, la chirurgia cardiaca, l’ipertensione, la cardiopatia valvolare e gli infarti miocardici (12,13). Fonti Fonti comuni di coQ10 sono manzo, pollame, broccoli, olio di soia, oli di pesce, arachidi, sardine e sgombro. Comunque una quantità media di CoQ10 nella dieta quotidiana è di soli 2-6 mg/giorno, il che è insufficiente per fornire i livelli richiesti dal corpo per trarre beneficio in stati di malattia (12, 13). Metabolismo ed Escrezioni Tratto Biliare → Feci (60%) ↗ Orale → Intestino Tenue → Sangue → Fegato ↘ Cuore e altri organi Il CoQ10 viene assorbito dall’intestino tenue e trasferito nella circolazione del sangue. Viene poi portato al fegato dove subisce una biotrasformazione e viene primariamente espulso attraverso il dotto biliare. Durante il processo solo una frazione della quantità ingerita viene inviata ad altri organi come il cuore, le ghiandole surrenali, i reni e i polmoni (14, 15). Assorbibilità e Dosaggio A causa della sua natura lipofilica (o ‘amante del grasso’) il CoQ10 viene meglio assorbito durante i pasti o in forma emulsionata. Il dosaggio diviso aumenta anche l’assorbibilità e riduce i potenziali effetti collaterali (14). Quale forma di CoQ10 è la migliore? Alcune fonti riportano che l’ubiquinolo, la forma ridotta di CoQ10, sia due volte più assorbibile rispetto all’ubidecarenone (16). Si è notato che l’ubiquinolo riduce drammaticamente l’assorbimento e il suo uso è stato correlato al miglioramento nel livello di CoQ10 e a risultati clinici positivi che non erano possibili con l’utilizzo dell’ubidecarenone neanche nella quantità di 900mg /giorno (17). Ad ogni modo è stato anche riportato che la forma di CoQ10 ingerita potrebbe non essere così importante. L’ubidecarenone pare essere ridotto durante o in seguito all’assorbimento nell’intestino e come risultato più del 95% del CoQ10 in circolazione esiste nella forma più attiva dell’ubiquinolo dopo la sua ingestione (11). Quale forma sia la migliore rimane ancora da chiarire. La dose giornaliera raccomandata di CoQ10 va da 30 a 100 mg al giorno per la gente sana (11) o da 60 a 300 mg al giorno nella cura di diverse patologie (13). Un dosaggio massimo di 1200 mg è stato suggerito per l’assunzione da parte di adulti dato che si è visto quanto sia ben tollerato e sicuro (18). Il normale livello del sangue va da 0,7 a 1,0 ug/ml: dosi di 30-60 mg possono essere usate per prevenire la carenza di CoQ10 e mantenere le normali concentrazioni di siero (13). Ad ogni modo i livelli clinicamente utili devono essere sopra al normale livello di CoQ10 nel sangue che potrebbe essere da due a quattro volte più alto. Infatti 450 mg di CoQ10 al giorno raggiungono un livello del plasma di 4 ug/ml e sono molto più efficaci nell’invertire il corso di gravi arresti cardiaci (13). Questi maggiori livelli potrebbero aver bisogno di giorni o mesi per essere raggiunti. La somministrazione orale di 100 mg al giorno di CoQ10 per due fino a otto mesi ha avuto come risultato un aumento del 20-85% nel livello di CoQ10 miocardico in pazienti con cardiomiopatia (19, 8). Dato questo basso aumento nel plasma di CoQ10, il miglioramento clinico è normalmente visto da una a quattro settimane dopo l’iniziale avvio della cura e potrebbero volerci mesi per raggiungere il massimo beneficio clinico (13). Meccanismo d’azione Il CoQ10 pare funzionare in diversi modi, incluso il mirare all’espressione di geni multipli. Questa regolazione dei geni e controllo del metabolismo potrebbe spiegare molte delle azioni cardiovascolari e di altro genere messe in atto dal CoQ10 (20). L’effetto benefico del CoQ10 nei casi di ipertensione è un risultato della minore resistenza che è dovuta alla sua diretta azione sulla parete vascolare. I radicali liberi attivano l’ossido nitrico (NO), prevenendo il rilassamento mediato dal NO dello strato di muscolo liscio della parete vascolare. Agendo come uno spazzino del radicale libero, il CoQ10 è in grado di prevenire la vasocostrizione e il risultante aumento della pressione sanguigna (21). Per quanto riguarda l’arresto cardiaco coronario e l’infarto miocardico, il CoQ10 si pensa essere di beneficio per questi stati attraverso il suo impatto diretto sulla produzione di energia da parte dei mitocondri, aumentando la disponibilità di ATP per il cuore che sta subendo l’arresto (13). Effetti collaterali In una prova a lungo termine con 3.500 pazienti con arresto cardiaco congestivo, l’unico effetto collaterale riscontrato è stato un tenue disturbo gastrointestinale (22). Si è trovato che l’integrazione di CoQ10 è priva di effetti collaterali a dosaggi superiori ai 600 mg/giorno ed è ben tollerata e sicura fino a 1200 mg/giorno (18). A parte possibili disagi addominali, sono stati riscontrati in rari casi anche nausea, vomito, diarrea e anoressia, sfogo allergico e mal di testa. Si riporta che l’effetto antiaggregante del CoQ10 possa aumentare il rischio di emorragia, soprattutto in coloro che assumono farmaci antiaggreganti. (15). Ad ogni modo, dato la sua azione simile alla vitamina K, potrebbe agire anche per contrastare gli effetti anticoagulanti del Warfarin (23). Cosa dice la ricerca? In una prova di CoQ10 sono stati studiati 424 pazienti con diversi tipi di malattia miocardica (24). I pazienti sono stati curati con una media di 240 mg di CoQ10 al giorno e sono stati seguiti per una media di circa un anno e mezzo. È stato riscontrato un significativo miglioramento nella classificazione dell’Associazione Cardiaca di New York (tabella 1). Il 58% dei pazienti è migliorato di una classe NYHA, il 28 % di due classi, l’1,2% di tre classi. Nel giro di un mese la funzione miocardica si è rivelata decisamente migliorata. Entro sei mesi è stato generalmente ottenuto il miglioramento massimo e questo miglioramento è stato sostenuto nella maggioranza dei pazienti. Il 43% si è fermato tra uno e tre farmaci e solo il 6% ha necessitato dell’aggiunta di un farmaco. Il ritiro dell’integrazione di CoQ10 è risultato in un misurabile declino della funzione miocardica nel giro di un mese e una digressione nelle misure di pre-trattamento nel giro di tre fino a sei mesi (24, 25). Tabella 1 Associazione Cardiaca di New York (NYHA) Classificazione della Capacità Funzionale (Chavey 2001) ClassificazioneDescrizione IAsintomatico IISintomi con moderato sforzo IIISintomi con moderato sforzo IVSintomi a riposo La popolazione anziana potrebbe beneficiare dall’uso di CoQ10 dato che usare agenti anti-ipertensivi può essere problematico a causa del fatto che la maggiore incidenza di ipotensione posturale aumenta il rischio di cadute e morbilità associata. Due grosse prove cliniche nel 1991 e nel 1997 hanno confermato che negli adulti sopra l’età di 60 anni con ipertensione sistolica isolata (pressione sanguigna sistolica > 140, pressione sanguigna diastolica < 90) ridurre la pressione sistolica di 20 mm Hg riduce l’incidenza di infarto, arresto cardiaco e mortalità (26, 27). Alcune prove di CoQ10 nell’ipertensione, come anche prove di CoQ10 nelle patologie cardiovascolari, sono riassunte nella Tabella 2. Tabella 2: Prove cliniche di CoQ10 nelle patologie ipertensive e cardiovascolari Modello di Studio Patologia Cardiaca Testata Dosaggio di CoQ10 Risultati Controllo Placebo Randomizzato a Doppio Cieco *n=38 (28) Cardiomiopatia idiopatica dilatata 2mg/kg/giorno in due o tre dosi separate portate alla dose massima di 10 mg/kg/giorno a seconda di tolleranza / effetti collaterali Dopo sei mesi di integrazione i bambini da 8 mesi a 15 anni d’età hanno mostrato significativi miglioramenti nel bilanciamento della funzione diastolica (p = 0,011) in confronto al gruppo di controllo (28). L’indice medio di arresto cardiaco per questo gruppo di prova (5,8) è stato anche più basso di quello di controllo (9,0 p = 0,024). Il CoQ10 ha migliorato la funzione diastolica e ha ottimizzato l’arresto cardiaco in bambini con cardiomiopatia dilatata. Meta-analisi *12 prove cliniche *n=352 (20) Ipertensione 100-120 mg al giorno per un periodo di 8-12 settimane. Questa meta analisi ha incluso quattro prove a prospettiva randomizzata e otto studi prima e dopo (20). Si è trovato che il CoQ10 riduce la pressione sanguigna sistolica fino a 17 mm Hg e quella diastolica fino a 10 mm Hg. Controllo Placebo Randomizzato a Doppio Cieco *n=39 (29) Arresto cardiaco sistolico di classe II e III 50 mg tre volte al giorno Il gruppo CoQ10 ha mostrato un miglioramento di 0,5 classe (P=0,01) nella classificazione NYHA come anche un significativo aumento nella prova di sei minuti di camminata (P=0,047) e un aumento della tolleranza all’esercizio (P=0,056) rispetto al gruppo di controllo (29). Controllo Placebo Randomizzato a Doppio Cieco *n=42 (30) Arresto cardiaco allo stadio finale 120 mg al giorno Dopo 12 settimane si è vista una più bassa incidenza di dispnea (14,3 vs 52,4%, P<0,5), palpitazione (9.5 vs 85.7%, P<0.02) e debolezza (19.0% vs 52.4%, P<0.05) nel gruppo di prova contro quello di controllo (30). Allo stesso modo si sono riscontrate significative riduzioni nella frazione di iniezione, nello spessore e massa della parete ventricolare sinistra e nei volumi dell’estremità sistolica e diastolica nel gruppo CoQ10. Controllo Placebo Randomizzato a Doppio Cieco *n=76 (31) Ipertensione Sistolica Isolata 60mg due volte al giorno Nelle donne e uomini anziani con età fra i 50 e i 75 anni è stata vista una riduzione media della PS sistolica di 17.8 7.3 mm Hg dopo 12 settimane nel gruppo di trattamento (31). Il 55% dei pazienti di questo gruppo hanno raggiunto una riduzione di 4mm Hg nella PS sistolica. Nessuno dei pazienti ha mostrato cambiamenti della pressione sanguigna ortostatica. Implicazioni Cliniche L’utilizzo di CoQ10 in pazienti con malattia cardiaca potrebbe non rivelarsi utile, ma decisivo nel raggiungere miglioramenti clinici nei pazienti con malattia cardiaca. Anche se c’è bisogno di maggiore ricerca in questo ambito, ne è stata compiuta a sufficienza fino a ora per indicare i risultati positivi nel suo utilizzo. Il suo basso profilo di effetti collaterali e la natura non tossica rende il CoQ10 una cura che può essere usata per tutte le fasce di età e in una vasta gamma di malattie cardiovascolari. A seguito dei risultati positivi sottolineati qui e altrove, paesi come Giappone, Ungheria, Italia, Norvegia e Danimarca ora garantiscono prescrizione autorizzata di CoQ10 per l’arresto cardiaco e la malattia cardiaca ischemica (32), una mossa che mostra la sua valida accettazione, una posizione che incoraggia un utilizzo più prominente e diffuso del CoQ10. References : Government of Canada. Heart Disease - Heart Health · http://healthycanadians.gc.ca/diseases-conditions-maladies-affections/d… heart-disease-eng.php · Updated 2015‑02‑12 · Accessed 2016‑02‑25. Soukoulis, V., et al. “Micronutrient deficiencies an unmet need in heart failure.” Journal of the American College of Cardiology Vol. 54, No. 18 (2009): 1660–1673. Yusuf, S., et al. “Effect of potentially modifiable risk factors associated with myocardial infarction in 52 countries (the INTERHEART study): Casecontrol study.” Lancet Vol. 364, No. 9438 (2004): 937–952. Whelton, P.K., et al. “Primary prevention of hypertension: Clinical and public health advisory from the National High Blood Pressure Education Program.” JAMA Vol. 288, No. 15 (2002): 1882–1888. Dunn, S.P., et al. “Nutrition and heart failure: Impact of drug therapies and management strategies.” Nutrition in Clinical Practice Vol. 24, No. 1 (2009): 60–75. Molyneux, S.L., et al. “Coenzyme Q10: Is there a clinical role and a case for measurement?” The Clinical biochemist. Reviews Vol. 29, No. 2 (2008): 71–82. Crane, F.L., et al. “Isolation of a quinone from beef heart mitochondria. 1957.” Biochimica et Biophysica Acta Vol. 1000 (1989): 362–363. Sarter, B. “Coenzyme Q10 and cardiovascular disease: A review.” The Journal of Cardiovascular Nursing Vol. 16, No. 4 (2002): 9–20. Shah, S.A., et al. “Electrocardiographic and hemodynamic effects of coenzyme Q10 in healthy individuals: A double-blind, randomized controlled trial.” The Annals of Pharmacotherapy Vol. 41, No. 3 (2007): 420–425. Graham, D., et al. “Mitochondria-targeted antioxidant MitoQ10 improves endothelial function and attenuates cardiac hypertrophy.” Hypertension Vol. 54, No. 2 (2009): 322–328. Pravst, I., K. Zmitek, and J. Zmitek. “Coenzyme Q10 contents in foods and fortification strategies.” Critical Reviews in Food Science and Nutrition Vol. 50, No. 4 (2010): 269–280. Hadj, A., S. Pepe, and F. Rosenfeldt. “The clinical application of metabolic therapy for cardiovascular disease.” Heart, Lung & Circulation Vol. 16, Suppl. 3 (2007): S56–S64. Kumar, A., et al. “Role of coenzyme Q10 (CoQ10) in cardiac disease, hypertension and Meniere-like syndrome.” Pharmacology & TherapeuticsVol. 124, No. 3 (2009): 259–268. Ozaki, A., et al. “Emulsification of coenzyme Q10 using gum arabic increases bioavailability in rats and human and improves food-processing suitability.” Journal of Nutritional Science and Vitaminology Vol. 56, No. 1 (2010): 41–47. Wyman, M., M. Leonard, and T. Morledge. “Coenzyme Q10: A therapy for hypertension and statin-induced myalgia?” Cleveland Clinic Journal of Medicine Vol. 77, No. 7 (2010): 435–442. Hosoe, K., et al. “Study on safety and bioavailability of ubiquinol after single and 4-week multiple oral administration to healthy volunteers.” Regulatory Toxicology and Pharmacology Vol. 47, No. 1 (2007): 19–28. Langsjoen, P.H. and A.M. Langsjoen. “Supplemental ubiquinol in patients with advanced congestive heart failure.” Biofactors Vol. 32, No. 1–4 (2008): 119–128. Hathcock, J.N. and A. Shao. “Risk assessment for coenzyme Q10 (ubiquinone).” Regulatory Toxicology and Pharmacology Vol. 45, No. 3 (2006): 282–288. Folkers, K., S. Vadhanavikit, and S.A. Mortensen. “Biochemical rationale and myocardial tissue data on the effective therapy of cardiomyopathy with coenzyme Q10.” Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America Vol. 82, No. 3 (1985): 901–904. Rosenfeldt, F.L., et al. “Coenzyme Q10 in the treatment of hypertension: A meta-analysis of the clinical trials.” Journal of Human Hypertension Vol. 21, No. 4 (2007): 297–306. Ankola, D.D., et al. “Development of potent oral nanoparticulate formulation of coenzyme Q10 for treatment of hypertension: Can the simple nutritional supplements be used as first line therapeutic agents for prophylaxis/therapy?” European Journal of Pharmaceutics and Biopharmaceutics Vol. 67, No. 2 (2007): 361–369. Baggio, E., et al. “Italian multicenter study on the safety and efficacy of coenzyme Q10 as adjunctive therapy in heart failure. CoQ10 Drug Surveillance Investigators.” Molecular Aspects of Medicine Vol. 15 Suppl. (1994): S287–S294. Jelin, J.M., et al., editors. Natural medicines comprehensive database, 11th edition. Stockton: Therapeutic Research Faculty, 2009, 2323 p (here 452–457). Langsjoen, H., et al. “Usefulness of coenzyme Q10 in clinical cardiology: A long-term study.” Molecular Aspects of Medicine Vol. 15 Suppl. (1994): S165–S175. Langsjoen, P., et al. “Treatment of essential hypertension with coenzyme Q10.” Molecular Aspects of Medicine Vol. 15 Suppl. (1994): 262–272. SHEP Cooperative Research Group. “Prevention of stroke by antihypertensive drug treatment in older persons with isolated systolic hypertention. Final results of the Systolic Hypertension in the Elderly Program (SHEP).” JAMA Vol. 265, No. 24 (1991): 3255–3264. Rosenfeld, J., et al. “Randomized double-blind comparison of placebo and active treatment for older patients with isolated systolic hypertension. The Systolic Hypertension in Europe (Syst-Eur) Trial Investigators.” Lancet Vol. 350, No. 9080 (1997): 757–764. Kocharian, A., et al. “Coenzyme Q10 improves diastolic function in children with idiopathic dilated cardiomyopathy.” Cardiology in the Young Vol. 19, No. 5 (2009): 501–506. Keogh, A., et al. “Randomised double-blind, placebo-controlled trial of coenzyme Q, therapy in class II and III systolic heart failure.” Heart, Lung & Circulation Vol. 12, No. 3 (2003): 135–141. Kumar, A., et al. “Effect of Q gel (coenzyme Q10) in patients with end stage heart failure targetted for heart transplantation.” Third Conference of the International Coenzyme Q10 Association, London, UK, 2002. Burke, B.E., R. Neuenschwander, and R.D. Olson. “Randomized, double-blind, placebo-controlled trial of coenzyme Q10 in isolated systolic hypertension.” Southern Medical Journal Vol. 94, No. 11 (2001): 1112–1117. Pepe, S., et al. “Coenzyme Q10 in cardiovascular disease.” Mitochondrion Vol. 7 Suppl (2007): S154–S167. Related Articles Naturopathic Approaches to Heart Health10 Feb 21Long before February was declared “Heart Month” in Canada, “American Heart Month” in the United States, and “National Heart Month” in the United Kingdom, children and adults celebrated February 14 as a day of love and affection. Inversione della sindrome metabolica con la medicina naturale13 Feb 20La sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio che aumentano le probabilità di sviluppare malattie gravi in futuro. La sindrome metabolica raddoppia la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari, aumentando al contempo il rischio di diabete, steatosi epatica e diversi tipi di cancro 1, 2. Lesioni traumatiche cerebrali lievi e commozioni cerebrali 13 Feb 20Le lesioni cerebrali traumatiche lievi (mTBI) e la sindrome post-commozione cerebrale stanno diventando sempre più preoccupanti per la salute pubblica. Sebbene definite "lievi", gli effetti, in alcuni casi, possono essere certamente debilitanti e gravi. I sintomi della sindrome post-commozione vanno da cefalee, difficoltà di memorizzazione e concentrazione, irritabilità, affaticamento, nausea, disturbi visivi, sensibilità alla luce e al rumore, problemi di valutazione decisionale, depressione e ansia[1]. La maggior parte dei sintomi individuali si risolvono entro 1 mese, tuttavia, la cattiva gestione, la diagnosi errata, il sesso femminile e le lotte emotive preesistenti possono causare la continuazione dei sintomi per mesi o anni. Supporti per il mal di testa Prospettive naturopatiche07 Gen 20Ci sono vari supporti per la gestione del mal di testa, come gli integratori, l’agopuntura/attività fisica e la medicina a base di erbe. Il mal di testa può essere suddiviso in diverse categorie, determinando di conseguenza il tipo di trattamento. Trattamenti naturopatici e coadiuvanti per la vitiligine21 Gen 22Diversi agenti naturali vengono esplorati per il loro uso e applicabilità nella gestione della vitiligine, in particolare in combinazione con trattamenti convenzionali come la fototerapia. Esploreremo una selezione di questi agenti, tra cui la dieta, gli integratori per uso orale e perfino i trattamenti topici Come prendersi cura della pelle sensibile06 Giu 22Una sfida frequente e spesso frustrante per la cura personale della pelle è quella di occuparsi adeguatamente della pelle sensibile. Ad aggravare questa situazione è la nozione di come, nonostante molte ricerche recenti siano dirette verso la sua esplorazione, molto rimane sconosciuto riguardo a questa comune reazione cutanea. La malattia del secolo07 Giu 22l diabete sarà uno dei problemi di salute più impegnativi del XXI secolo. Attualmente, un canadese su tre convive con il diabete o il prediabete1 la stima è di un totale di sei milioni di canadesi affetti da prediabete.2 Dal 2000, il tasso è aumentato in media del 3,3% all'anno.3 Le stime suggeriscono che, se non interveniamo, tra in nati nel 2000, un bambino su tre nato svilupperà il diabete. Il tè verde - Benefici per la salute05 Ott 15Il tè verde è una bevanda estratta dalla pianta Camelia sinensis, una radice originaria della Cina meridionale impiegata nel tempo per i molti benefici attribuitigli. Considerata culturalmente molto importante in Asia dove è nota come la bevanda nazionale cinese. Sia in India che in Cina il tè verde è considerato nella medicina complementare per favorire la digestione, e tra gli altri anche disturbi cardiovascolari e di salute mentale. Sindrome da iperproliferazione batterica22 Gen 22La proliferazione batterica nell'intestino tenue (SIBO) si verifica quando la popolazione batterica complessiva aumenta in modo anomalo nell'intestino tenue, in particolare i tipi di batteri che non si trovano comunemente in quella parte del tratto digestivo. Salute dell'uomo 05 Mag 14Secondo i National Institutes of Health gli uomini dovrebbero prestare maggiore attenzione alla loro salute. Rispetto alle donne, gli uomini sono più propensi a fumare e bere, fare scelte non salutari e rimandare i check up e le cure mediche. Per molti uomini questi ostacoli si aggiungono a preesistenti problemi di salute personali o ereditari. Approccio naturopatico ai prodotti di glicazione avanzata (AGE)11 Gen 21I prodotti finali di glicazione avanzata (AGE) sono composti che vengono generati in condizioni iperglicemiche. Potrebbero formarsi in maniera endogena, o potrebbero essere assunti con la nostra dieta. Mai bene dopo il COVID: i disturbi post-COVID28 Ott 22Siamo colpiti da un'ondata di disturbi post-COVID. Secondo Health Canada, se si avvertono ancora sintomi fisici o psicologici dopo più di 12 settimane dopo aver contratto il COVID-19, si soffre di un disturbo post-COVID-19 (noto anche come "COVID lunga"). Lottare in modo naturale contro la stagione del raffreddore e dell’influenza - Un ritorno alle origini!31 Gen 18È probabile che hai già i primi sintomi: il naso che cola, il mal di gola e quella tosse imbarazzante. Disturbo d'ansia sociale17 Giu 13 Circa il 13% della popolazione sperimenta l’ansia sociale nel corso del loro ciclo di vita,(1) la forma più comune di tutti i disturbi d'ansia.2) Dopo l’abuso di alcool e depressione, è la più comune malattia psichiatrica. Molte questioni e controversie che riguardano la diagnosi e il trattamento rimangono ancor sospese. Sindrome dell’ovaio policistico17 Giu 13 La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è una comune preoccupazione per la salute femminile, colpendo dal 5 al 20 % delle donne in età riproduttiva. La sindrome dell'ovaio policistico è chiamato così, dovuto alla presenza di più cisti che si formano nelle ovaie delle donne, visibili con ecografia. Sebbene PCOS influisce principalmente sulla funzione ovarica, Newsletter Le informazioni fornite non sono valide. Controlla il formato del campo e riprova. La tua iscrizione è andata a buon fine. Iscriviti e rimani aggiornato English Français Iscriviti alla nostra newsletter mensile. È possibile disdire in qualsiasi momento.Consulta la nostra Informativa sulla privacy per maggiori dettagli. SOTTOSCRIVI NaturopathicCurrents | 3405 Rue F.-X.-Tessier, Vaudreuil-Dorion, QC J7V 5V5 | naturopathiccurrents.com Più Popolare OggiThis WeekThis MonthThis Year Acufene - Una panoramica naturale SIBO - Sindrome da iperproliferazione batterica Sindrome postcommozionale Natura e Salute Mentale - Prospettive Naturopatiche Salute dell’intestino La sindrome del gocciolamento intestinale 16 Giu 13 Sindrome dell’ovaio policistico 17 Giu 13 Disturbo d'ansia sociale 17 Giu 13 Magnesio ed il corpo umano 17 Giu 13 Insonnia 01 Lug 13 La sindrome del gocciolamento intestinale 16 Giu 13 Sindrome dell’ovaio policistico 17 Giu 13 Disturbo d'ansia sociale 17 Giu 13 Magnesio ed il corpo umano 17 Giu 13 Insonnia 01 Lug 13 La sindrome del gocciolamento intestinale 16 Giu 13 Sindrome dell’ovaio policistico 17 Giu 13 Disturbo d'ansia sociale 17 Giu 13 Magnesio ed il corpo umano 17 Giu 13 Insonnia 01 Lug 13