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La vitamina D riuscirà a sconfiggere la prossima ondata?

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La vitamina D riuscirà a sconfiggere la prossima ondata?

Era solo una questione di tempo, prima che uno studio clinico umano formale sostenesse gli innumerevoli appelli della comunità scientifica a somministrare vitamina D ai pazienti con COVID‑19. Appena completati, i risultati confermano quanto proposto dalle correlazioni di studi precedenti: la vitamina D, particolarmente sicura e accessibile a tutti, offre notevoli benefici per la salute.

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Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco è stato condotto in Spagna, un Paese tra i più colpiti dalla pandemia in Europa. Medici e scienziati dell'ospedale Queen Sophia dell'Università di Cordoba hanno coinvolto 76 pazienti ricoverati per infezione respiratoria acuta causata dal SARS‑CoV‑2 (il coronavirus che causa il COVID‑19). La condizione è stata confermata da un pattern radiografico di polmonite virale e dalla reazione a catena della polimerasi (PCR) positiva al SARS‑CoV-2. Ciò si traduce nell'identificazione del virus a livello del DNA.

Tutti i pazienti ricoverati hanno ricevuto le stesse cure mediche, tra cui idrossiclorochina insieme all'antibiotico azitromicina. Nella coorte di studio, 50 persone hanno ricevuto un'integrazione con 16.000 UI di vitamina D il giorno del loro ricovero in ospedale, poi con 8.000 UI nei giorni 3 e 7, quindi settimanalmente fino alla dimissione o al ricovero in unità di terapia intensiva (UTI). La forma di vitamina D utilizzata era il calcifediolo, che bypassa la sintesi nel fegato per un impatto più diretto sul corpo.

Un gruppo di controllo di 26 persone non ha ricevuto la vitamina D. Di questi pazienti, il 13-50% è stato ricoverato in terapia intensiva e si sono verificati due decessi. Mentre nel gruppo che ha ricevuto l'integrazione di vitamina D, solo 1 paziente su 50 (2%) ha dovuto essere trasferito in terapia intensiva, senza decessi, né complicazioni all'uscita dall'ospedale.

Questo studio pilota ha dimostrato che "la somministrazione di una dose elevata di calcifediolo o 25‑idrossivitamina D, un metabolita principale del sistema endocrino della vitamina D, ha ridotto significativamente la necessità di trattamento in terapia intensiva dei pazienti che necessitano di ricovero ospedaliero a causa della comprovata affezione da COVID‑19". Tuttavia, gli autori suggeriscono di condurre studi più rigorosi per confermare le loro osservazioni.

La vitamina D promette di contribuire a ridurre la gravità di questa grave malattia virale. L'inverno è all'orizzonte. I giorni più corti e le temperature più fredde ci faranno stare al chiuso, aumentando la nostra suscettibilità alla trasmissione di infezioni virali. Dati i suoi comprovati effetti contro l'influenza, la sua convenienza e il suo profilo di sicurezza, la "vitamina del sole" è fondamentale per aiutare a proteggere le nostre famiglie. Diffondiamo la notizia!

Per saperne di più sulla scienza che supporta i benefici della vitamina D per il sistema immunitario, visita www.newrootsherbal.com/vitamin-d