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Compassione per i Compassionevoli - Bilanciare la Perdita di Compassione con l’Auto-Compassione nei Medici

Louise Wilson
BSc, ND

3 August 2016
Italiano

Compassione per i Compassionevoli -
Bilanciare la Perdita di Compassione con l’Auto-Compassione nei Medici


by Louise Wilson, B.Sc, ND

dr.louisewilsonnd@gmail.com


Compassion for the Compassionate






L’Importanza della Compassione in Ambito Medico

La parola “compassione” deriva dalle parole latine “pati” e “cum” che insieme significano “soffrire con” (16,27). Anche se è sinonimo di simpatia, empatia e preoccupazione, compassione va un passo più in là e coinvolge non solo un sentimento verso qualcuno che si trova in uno stato di dolore, angoscia o sfortuna, ma include anche un aggiuntivo desiderio di agire in modo da alleviare questo disagio. Quando si tratta di cura della salute e compassione si potrebbe dire che i due concetti sono parole diverse che descrivono la stessa azione e per coloro che lavorano in ambito medico l’importanza di un trattamento compassionevole non costituisce nessuna sorpresa. La stessa azione di prendersi cura di qualcuno che ha bisogno necessita di compassione ed è stato suggerito che coloro che lavorano in ambito medico che utilizzano ed esprimono questa importante azione siano i più efficienti nel loro lavoro (27). La cura compassionevole è un tratto distintivo dell’assistenza medica di qualità, enfatizzata nei diritti dei pazienti e in linee guida meglio praticate, e per una buona ragione, dato che la cura compassionevole migliora i risultati medici di coloro che si trovano dalla parte dei destinatari (8, 26, 27). La ricerca ha mostrato che l’assistenza medica centrata sul paziente e basata sulla compassione nelle visite di assistenza primaria sono associate con una migliore ripresa dal disagio e dalla preoccupazione e alimentano una migliore salute fisica (26). Chiedete a qualsiasi paziente o ai membri della sua famiglia e identificheranno consistentemente l’assistenza compassionevole che sia centrata sulla persona, responsiva e comunicativa come indice di assistenza sanitaria di qualità in grado di rafforzare e dare agio al paziente bisognoso (26, 18).


Source Il Professionista Medico e la Perdita di Compassione

L’importanza della compassione in ambito medico è senza dubbio un imperativo per la salute di coloro che cercano questo servizio, ma cosa dire di quelli che forniscono questa assistenza? Per tutti coloro che lavorano in cliniche, ospedali, strutture per la salute mentale, EMS, lavoro sociale e altri ambiti del settore medico, inclusa la medicina naturopatica, il bisogno di fornire regolarmente un’assistenza compassionevole può risultare certe volte debilitante. La routinizzazione, un aumento nell’esposizione degli eventi traumatici, l’assistenza medica mirata e addirittura l’esposizione a cose banali può far calare l’espressione di compassione, diminuendo l’efficacia di questo importante strumento medico (26).

La Perdita di Compassione (STS) si riferisce a una sindrome vista negli individui che hanno a che fare con eventi traumatici o delicati, come coloro che lavorano in ambito medico, e può influenzare negativamente la salute mentale e fisica del professionista, la sua sicurezza e benessere, come anche la salute e il benessere della sua famiglia e delle persone che gli vogliono bene (9, 25). Considerate un rischio sul lavoro: coloro che lavorano in ambito medico sono a maggior rischio di sviluppare la STS ed è stato suggerito che più empatico è un medico, e più probabile è che egli viva la STS (9, 25, 28). Studi hanno dimostrato che la prevalenza di STS può arrivare a 40% tra coloro che lavorano in certi settori medici (31) e scoperte simili si sono fatte tra altri assistenti come lavoratori nell’ambito della protezione dei bambini, nell’applicazione della legge e nel counseling (1, 6, 14). Quelli impiegati come psichiatri e lavoratori sociali sembrano avere i livelli più alti di STS, con significativo aumento di questo parametro trovato per ogni anno in più trascorso lavorando in questi settori (28).

I sintomi associati alla STS sono molti e comunemente includono pensieri intrusivi, problemi del sonno, stanchezza, rabbia e irritabilità, comportamenti di adattamento negativi incluso l’abuso di alcool e droga, ridotta abilità di provare simpatia ed empatia e un minore senso di gradimento o soddisfazione nel lavoro, come anche un maggiore assenteismo (9, 25). Forse di maggiore preoccupazione però è l’effetto che la STS ha sui risultati medici di quelli sotto la cura di coloro che soffrono di STS, dato che questa sindrome è associata a una minore efficacia delle cure elargite (27). La ricerca ha mostrato che la STS e lo stress possono ostacolare l’abilità del medico di prendere decisioni e di prendersi cura dei pazienti, come anche ridurre l’attenzione e la concentrazione (9, 15, 27). L’esaurimento, una componente della STS, è stato anche associate alla minore soddisfazione del paziente, a una cura non ottimale del paziente stesso e a tempi di recupero maggiori (24, 27, 30). Quindi combattere la natura pervasiva della STS è di estrema importanza non solo per il medico in questione, ma anche per coloro che si trovano nel suscettibile ruolo di paziente.


Source Auto-Compassione come Cura per la Perdita di Compassione

Affrontare la STS nel professionista medico è essenziale e mentre ci sono diversi metodi per trattare questa sindrome, incluse le iniziative lavorative, le strategie di identificazione, l’esercitazione e l’educazione, il sostegno sociale e l’auto-coscienza, una cura che sta ottenendo riconoscimenti potrebbe essere tanto semplice quanto prendere la vostra stessa medicina (29). Auto-compassione (AC), descritta come comprensiva dei tre attributi di gentilezza, un senso di comune umanità e attenzione è un efficace atteggiamento mentale che può proteggere il professionista medico dallo sviluppo di questa sindrome (4). Il dott. Kristen Neff, ricercatore, in prima linea nella ricerca riguardante l’influenza dell’AC, descrive questa cura interiore del sé come “per niente diversa dal provare compassione per gli altri e comporta sentirsi miti e comprensivi nei riguardi di noi stessi quando soffriamo, falliamo o ci sentiamo inadeguati, piuttosto che ignorare il nostro dolore e flagellarci con l’auto-critica. La gente auto-compassionevole riconosce che essere imperfetti, fallire e affrontare delle difficoltà nella vita è inevitabile, quindi tendono ad essere gentili con se stessi se si trovano di fronte a esperienze dolorose piuttosto che arrabbiarsi quando la vita sembra essere a corto di ideali” (23).

Quando guardiamo alla ricerca che riguarda gli effetti protettivi dell’AC vediamo l’influenza di questo importante comportamento. Uno studio che guarda all’influenza dell’AC ha osservato delle studentesse ostetriche nella loro qualità di vita professionale, auto-compassione, benessere mentale, come anche compassione per gli altri, e ha scoperto che quelle studentesse che si trovavano invischiate in un giudizio più negativo di sé erano meno compassionevoli nei confronti sia di se stesse che degli altri e avevano un ridotto benessere, come anche maggiore stato di esaurimento e STS (3). Al contrario, le studentesse ostetriche che hanno riportato alti livelli di auto-compassione e benessere hanno dimostrato minore STS ed esaurimento (3). Questa ricerca dimostra che provare compassione e gentilezza per se stessi può fornire protezione contro la STS.

Secondo Neff il ragionamento dietro all’abilità di AC per proteggersi conto la STS è dovuto al fatto che l’AC costituisce resilienza contro la depressione e l’ansia, mentre al contempo aumenta la soddisfazione nella vita, l’ottimismo, la connessione sociale, la felicità, qualcosa che tutti potremmo probabilmente usare un po’ di più nelle nostre vite (20). Questa resilienza in cambio permette una moderata reazione dei professionisti medici a eventi negativi (20). Una ricerca condotta da Tate et al (2007) ha scoperto che gli individui con più alta auto-compassione dimostrano reazioni meno estreme, emozioni meno negative, hanno pensieri più propensi all’accettazione, come anche una maggiore tendenza a mettere i loro problemi in prospettiva riconoscendo allo stesso tempo la loro responsabilità (13). Inoltre la gente auto-compassionevole meno probabilmente rimugina o sopprime pensieri ed emozioni negative (21). Inoltre l’auto-compassione è direttamente associata con forze psicologiche come felicità, ottimismo, saggezza, iniziativa personale e intelligenza emotiva (2, 11, 12). In altre parole l’auto-compassione potrebbe essere l’impalcatura con cui sostenere il medico e che meglio lo prepara ad eseguire il suo ruolo in questo impegnativo ambito.

Andando oltre la semplice gentilezza per se stessi e passando a implicazioni più pratiche dell’AC, la ricerca suggerisce che gli interventi consapevoli, particolarmente quelli con una componente aggiuntiva di amorevole gentilezza, abbiano il potenziale di aumentare l’AC tra i lavoratori in ambito medico (27). Neff e i suoi colleghi, basandosi su questa ricerca, hanno sviluppato un efficace programma per insegnare l’AC, conosciuto come Mindful Self-Compassion [Auto-compassione consapevole], che enfatizza un numero di diverse meditazioni (gentilezza amorevole, respiro affettivo) e pratiche informali per uso quotidiano (per esempio tocco calmante, scrittura di lettere auto-compassionevoli) (2). La speranza è che incrementando la concentrazione sullo sviluppo dell’auto-compassione usando questi interventi per i lavoratori dell’ambito medico si arrivi alla promessa di ridurre lo stress e aumentare l’efficacia della cura clinica (27).


Conclusione Source

La compassione è necessaria in medicina. Coloro che ricevono assistenza elargita con umanità ed empatia hanno migliori risultati e maggiore soddisfazione della loro assistenza, uno standard che qualsiasi gruppo medico dovrebbe sperare di raggiungere. Fornire questa assistenza però è a volte più facile a dirsi che a farsi, dato che coloro che si trovano in prima linea nel contesto medico sono a rischio di sviluppare la STS a causa della natura impegnativa e delicata dei loro importanti ruoli. Anche se questo problema è multifattoriale, la ricerca mostra che lo sviluppo dell’AC potrebbe essere vitale nella prevenzione della STS come anche nella promozione dell’assistenza compassionevole, e “risolvere le necessità di sollievo di una persona, la comprensione empatica e il supporto è un prerequisito importante per continuare a servire da figura di collegamento per altri bisognosi” (10). Sia nella cura dei medici che nel riconoscimento dello sviluppo della STS nel sé, l’AC – come anche le meditazioni consapevoli mirate alla costruzione della gentilezza per il sé – sono eccellenti raccomandazioni per i medici per poter aiutare gli afflitti a stabilire una migliore abilità di gestione del problema nel ruolo integrale che ricoprono nelle vite degli altri.

“In medicina ci insegnano ad essere coraggiosi e forti, ma ci dovrebbe essere anche un momento e un posto per l’espressione emotiva, e forse anche per piangere. Dottori, infermieri e altri membri del gruppo medico devono essere fonti stabili di sostegno per il paziente. Ma quando l’incontro con il paziente è finito, alla fine della giornata, il dottore o l’infermiere o il lavoratore sociale o l’impiegato ha bisogno di smaltire tutto ciò che ha visto e vissuto. Dobbiamo sostenere la gente che lavora con il più malato dei malati” e questo sostegno potrebbe iniziare proprio da sé (7).