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Zenzero - Anti-infiammatorio e analgesico nella dismenorrea

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Zenzero

by Dr. Sarah King ND

Upper Beach Health and Wellness
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Ginger - Anti-Inflammatory and Analgesic in Dysmenorrhea






Zingiber officinale, noto comunemente come zenzero, è stato ampiamente riconosciuto per la sua azione come rimedio anti-nausea. Tuttavia, la medicina cinese tradizionale ha usato lo zenzero come agente anti-infiammatorio per i disturbi muscoloscheletrici da più di 2500 anni.[1][2] Lo zenzero è classificato come erba della famiglia Zingiberaceae, condiviso tra molte altre erbe antinfiammatorie come la Curcuma (Curcuma longa) e la Galangal (Alpinia galanga). [3]

I ricercatori hanno indagato sui componenti responsabili delle proprietà analgesiche e antinfiammatorie dello zenzero, con alcuni risultati promettenti per le sue applicazioni mediche legate al dolore. Sebbene non convenzionalmente prescritto per il dolore, nella medicina occidentale, lo zenzero può essere un nuovo trattamento per la dismenorrea nelle donne che non possono tollerare, o che hanno controindicazioni per l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e farmaci contraccettivi orali.


Lo zenzero e le ß-endorfine

L'uso dello zenzero come analgesico è stato studiato in Danimarca e negli Stati Uniti per il dolore artritico e il dolore muscolare post-esercizio (dolore muscolare a insorgenza ritardata).[4] La sua azione analgesica è stata attribuita alla sua capacità di stimolare il rilascio della ß-endorfina, un neuropeptide endogeno oppioide. [2]

È interessante notare che anche altri studi hanno esaminato i livelli della beta-endorfina nel dolore pelvico cronico. Gli uomini a cui è stata diagnosticata la “Stasi ematica”, da un medico della Medicina Tradizionale Cinese (TCM), che in questo caso ha riguardato pazienti con un dolore pelvico cronico, hanno mostrato dei livelli significativamente inferiori della β-endorfina in circolazione.[5] La diagnosi di Stasi ematica, da parte della TCM, include anche le donne con dismenorrea, endometriosi, coaguli scuri nel flusso mestruale e il dolore generale, acuto, pulsante e grave.

Quando i livelli di ß-endorfina sono stati testati in donne con disturbo disforico premestruale (PMDD), si è scoperto che non solo avevano dei bassi livelli di ß-endorfina in circolazione, sia nelle fasi follicolari che luteali del ciclo mestruale, ma i pazienti hanno anche sperimentato una diminuzione delle soglie del dolore e delle tolleranze.[6] Pertanto, i livelli inferiori di ß-endorfine possono essere fisiopatologicamente significativi, quando si affronta il dolore pelvico cronico.


Inibizione della COX e gli effetti antinfiammatori

I componenti trovati nella radice dello zenzero, come 6-gingerolo e gingerdiones, hanno dimostrato di inibire la ciclossigenasi (COX) e gli enzimi della lipossigenasi, che portano a un'inibizione della sintesi dei leucotrieni e dei prostaglandine.[1][2][4][7] È mediante questo meccanismo che gli effetti anti-infiammatori sono osservati quando usati in pazienti affetti da artrite reumatoide [10] e anche dismenorrea.[2][9][11] L'inibizione farmaceutica della COX è stata usata per decenni per il dolore e le infiammazioni. I più considerevoli sono gli inibitori della COX-2, come il celecoxib per le condizioni artritiche e i FANS come l’ibuprofene e il naprossene, che bloccano sia gli enzimi COX-1 che quelli COX-2.

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La ricerca su uno specifico estratto di zenzero, l’Eurovita extrat-77, che combina Zingiber officinale con Alpinia galanga, ha dimostrato di essere in grado di inibire l'induzione di diversi geni associati alle risposte infiammatorie, inclusi quelli per citochine, chemochine e COX-2.[9] Uno studio su pazienti affetti da osteoartrite ha mostrato che, assunto con una dose di 225 mg, due volte al giorno, per 6 settimane, l’Eurovita extrat-77 ha ridotto significativamente il dolore e la rigidità rispetto al placebo [10].

Un meccanismo di azione complementare può essere nel modo in cui lo zenzero influisce sulla circolazione: In qualità di efficace stimolatore della circolazione periferica, lo zenzero può aiutare ad alleviare il dolore dei crampi.[8] Questo si lega alla nostra teoria della TCM, secondo cui la Stagnazione o la Stasi del sangue si traducono in una profonda pugnalata e nel dolore pulsante; pertanto, i sintomi possono essere alleviati con una migliore circolazione, descritta nella TCM come “il flusso fluido del sangue e del Qi”, soprattutto noti come Qi del fegato e Sangue del fegato, che influenzano il flusso mestruale.


L’infiammazione nella dismenorrea

Agendo come inibitore delle vie infiammatorie, un potenziatore della circolazione periferica e un efficace analgesico, lo zenzero dovrebbe essere considerato come un trattamento alternativo o complementare per la dismenorrea.

La dismenorrea è definita come un grave dolore mestruale, che si verifica nel 50% delle donne con mestruazioni, più spesso nei primi giorni di mestruazione.[2] La dismenorrea primaria, in particolare, viene diagnosticata in assenza di qualsiasi altra condizione patologica identificabile, che porterebbe a tale dolore.[4] Il verificarsi del dolore è stato attribuito a una maggiore produzione di prostaglandine all'interno dell'endometrio[1] e a un'aumentata attività della COX-2.[7] I ricercatori hanno rilevato dei livelli più elevati di prostaglandine F2-a e E2, e di leucotrieni, nelle donne che sperimentano la dismenorrea, rispetto a quelle che non sperimentano alcun dolore mestruale.[11] L'attivazione di queste sostanze, correlate all’infiammazione, potrebbe anche portare a un aumento della sensibilità al dolore.[4]

Degli studi hanno dimostrato che la dismenorrea può influenzare le prestazioni accademiche, le attività sociali e le attività sportive, nelle giovani donne.[11] Il trattamento convenzionale consiste in farmaci contraccettivi orali o in dispositivi intrauterini, rilascianti progestinici, e FANS, che sono tipicamente la terapia di prima linea per il dolore mestruale acuto. Quelli che hanno mostrato efficacia includono: ibuprofene, naprossene, acido mefenamico e aspirina.[1] Detto questo, il tasso di fallimento, nell’alleviare il dolore mestruale, attraverso questi trattamenti, è compreso tra il 20% e il 25%.[2] È anche comune, per alcune donne, evitarne uso a causa di effetti collaterali comuni quali nausea, dispepsia e altri disturbi gastrointestinali.[1]


Tracking your Menstrual Cycles Demystified Efficacia dello zenzero per la dismenorrea

Degli studi sulla meta-analisi dell'efficacia dello zenzero nella dismenorrea primaria hanno usato più comunemente una polvere di rizoma di zenzero essiccato, come forma di trattamento. Queste preparazioni, che variano con dosi che vanno da 1.000 a 1.500 mg, sono state standardizzate per il peso della polvere dello zenzero macinato, ma non per il gingerolo o per le altre concentrazioni dei costituenti.[3][4] Tuttavia, dei miglioramenti positivi e statisticamente significativi nel dolore mestruale sono stati osservati quasi a tutto tondo:

Uno studio in doppio cieco, controllato con placebo, di Rahnama et al. (2012) ha esaminato l'efficacia dello zenzero per alleviare il dolore nelle donne con dismenorrea, da moderata a grave.[7] Il trattamento consisteva di 1.500 mg di zenzero essiccato e incapsulato, somministrato quotidianamente nei giorni 1-3 del ciclo mestruale. I risultati hanno mostrato che lo zenzero ha comportato una diminuzione significativa della durata e dell'intensità del dolore, rispetto al placebo [7].

Rispetto all’ibuprofene e all’acido mefenamico, presi singolarmente, Ozgoli et al. (2009) hanno mostrato che lo zenzero aveva un tasso di efficacia simile.[1] I pazienti con dismenorrea, da moderata a grave, hanno ricevuto uno dei tre trattamenti di cui sopra. La gravità del dolore e la soddisfazione, derivante dal sollievo dal dolore, erano confrontabili tra i gruppi, con una percentuale di successo del 62% con lo zenzero, del 54% con l’ibuprofene e del 44% con l’acido mefenamico.[1] In contrasto con altri studi di questo tipo, Ozgoli et al. (2009) hanno utilizzato una scala basata sulle limitazioni delle attività della vita quotidiana, dovute al dolore, come metro di misurazione del risultato, mentre la maggior parte degli altri studi ha utilizzato la Scala analogica visiva (VAS).

Jenabi et al (2013) also found positive results with ginger treatment, where 82% of female subjects found benefit in ginger for the reduction of menstrual pain.[11] This was a small study (n = 35), with treatment of 1500 mg of dried ginger powder taken in divided doses on days 1–3 of menses; however, the change in perceived pain was quite significant, with a decrease greater than 3 cm on the VAS.[11]

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Esistono limitazioni a questi studi e, pertanto, necessitano di ulteriori indagini. Molti studi hanno testato i trattamenti per un solo ciclo mestruale. Come molte donne comprendono, ogni ciclo mestruale può comportare un'esperienza leggermente diversa. Ciò significa che il dolore può variare da ciclo a ciclo; inoltre, anche i fattori dietetici e l’esercizio possono influenzare il dolore e l'infiammazione, così come i livelli ormonali di progesterone e degli estrogeni. Tuttavia, come trattamento acuto, lo zenzero può essere un ottimo sostituto dei FANS, con un profilo di sicurezza superiore per le donne.[4] Grzanna (2005) arriva addirittura a suggerire che lo zenzero può avere un'azione terapeutica migliore per il dolore e per l'infiammazione, poiché è un doppio inibitore di entrambi gli enzimi COX e 5-lidoossigenasi [9], rispetto ai farmaci che si basano solamente sull'inibizione della COX.

Questo meccanismo rende lo zenzero una preziosa aggiunta all'uso dei FANS, poiché l'azione complementare migliorerebbe quella dei FANS e quindi consentirebbe una diminuzione del dosaggio farmaceutico.


Sicurezza, utilizzo e dosaggio

Anche se il profilo di sicurezza dello zenzero supera le sue controparti farmaceutiche, ci sono sempre delle limitazioni quando si tratta di dosaggio. Degli studi farmacologici sugli umani hanno dimostrato che, in dosi elevate, superiori ai 12-14 g, lo zenzero può ridurre l'aggregazione piastrinica e quindi potenziare i farmaci anti-coagulanti.[8] Ciò detto, questo studio ha riferito che non vi era alcuna differenza nei periodi di sanguinamento, tra i gruppi sottoposti a trattamento e quelli trattati con un placebo.[8]

Il dosaggio comune per la chinetosi o il mal di mare, varia tra 1 e 2 g di polvere essiccata, come dose singola.[12] Nella TCM, il dosaggio in gravidanza prescritto è fino a un massimo di 2 g al giorno di zenzero essiccato.[8]

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I pazienti con osteoartrite hanno riscontrato una significativa riduzione dei sintomi mediante degli estratti di zenzero, con dosi da 340 mg a 1.020 mg al giorno, e hanno riscontrato un'efficacia simile al diclofenac.[1][3] Sulla base di questi risultati e di quelli degli studi discussi in precedenza, sarebbe ragionevole applicare un dosaggio di 1 - 2 g di polvere macinata secca, divisa giornalmente, per il trattamento del dolore mestruale acuto. Ulteriori studi possono essere necessari per valutare l'efficacia del dosaggio giornaliero, al di fuori dei giorni da 1 a 3 delle mestruazioni, per altre condizioni di dolore pelvico cronico.


Conclusioni

Un aspetto promettente dello zenzero, per il trattamento dolore, è che può contribuire a ridurre o a eliminare la necessità di assumere dei FANS. Può anche salvare alcune donne dal dover utilizzare la terapia ormonale sintetica, in assenza di cicli irregolari o in presenza di altri squilibri ormonali.

In generale, il trattamento con lo zenzero ha dimostrato di essere migliore o paragonabile agli antinfiammatori farmaceutici per la riduzione del dolore acuto e cronico.[3] Questo può fornire un'alternativa sicura ed efficace per le donne che non possono tollerare gli effetti collaterali dei FANS o che hanno una controindicazione per il loro uso.[1][12] Può anche aiutare a diminuire il dosaggio dei FANS, quando usati insieme allo zenzero, in quanto hanno meccanismi di azione simili sui percorsi infiammatori.

Ulteriori ricerche sono necessarie per indagare approfonditamente sulle differenze nei risultati ottenuti con le preparazioni di polvere di radice essiccata, rispetto agli estratti specifici standardizzati, per i composti come i gingeroli, che sembrano essere i costituenti attivi responsabili dell'inibizione della sintesi dei prostaglandine, simili ai FANS.[1]