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Oltre la vitamina D

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Oltre la vitamina D - I Benefici della Luce Solare

by: Brian Casteels, ND

210 Willmott St. Unit 5D
Cobourg ON
K9A 4S3

http://www.drbriancasteels.com/



Oltre la vitamina D - I Benefici della Luce Solare




Introduzione

La luce solare è stata parte integrante dell’evoluzione umana e dello sviluppo della vita su questo pianeta. La luce solare fornisce energia per coltivare piante, e di conseguenza ci fornisce cibo, riparo e vari strumenti. È inoltre essenziale per la regolazione delle stagioni. È perciò un elemento necessario per la vita così come la conosciamo. Dal punto di vista della fisiologia umana, la luce solare costituisce una nota fonte di vitamina D. Se non è possibile l’esposizione alla luce solare, si consiglia solitamente di assumere integratori di vitamina D. La luce solare è però fautrice di molti altri meccanismi psicologici che vanno al di là della semplice trasmissione di vitamina D. Il presente articola affronterà alcuni di questi meccanismi, trattando sia gli effetti positivi della luce solare che quelli negativi, ed alcune strategie per proteggersi dal sole.


Gli Effetti della Vitamina D

La vitamina D3, anche nota come calcitriolo, è la forma più attiva di vitamina D. Agisce da potente ormone steroideo e svolge diverse funzioni nell’organismo, come gli effetti immunomodulatori (ossia il bilanciamento delle risposte infiammatorie) [1], la regolazione della crescita, e influenza la differenziazione delle cellule epiteliali [2]. Ciò può comportare numerosi benefici, ad esempio l’inibizione del cancro (2) e la riduzione dell’infiammazione nel morbo di Crohn [1]. Può, però, anche avere alcuni impatti negativi, come l’abbassamento delle difese contro gli agenti patogeni grazie ad alcune delle sue qualità immunodepressive [1].


Gli Effetti della Luce Solare sulla Fisiologia

Anche se la vitamina D viene spesso pensata come sinonimo di luce solare, è molto probabile che quest’ultima influenzi anche altri meccanismi. Uno studio ha riscontrato che l’esposizione alla luce solare e non la vitamina D ha migliorato depressione e affaticamento in soggetti affetti da sclerosi multipla (3). È stato anche constatato che le stesse radiazioni ultraviolette della luce solare inibiscono la diemelinizzazione e l’infiammazione del midollo spinale in modelli animali con encefalomielite autoimmune sperimentale (4). Ciò si verifica indipendentemente dalla vitamina D modificando altri parametri come le chemochine CCL5 mrNA del midollo spinale e i livelli di proteine, e sopprimendo allo stesso tempo l’IL 10 nella pelle e nella milza [4].

La luce solare può essere in grado anche di contrastare ll’obesità e la sindrome metabolica, come è stato verificato in uno studio sui topi, mentre ’integrazione di vitamina D non ha ottenuto gli stessi risultati. Da questo studio è emerso che le radiazioni ultraviolette hanno indotto meccanismi diversi da quelli della vitamina D, come la stimolazione dell’ossido nitrico, che contribuisce alla soppressione dell’obesità e della sindrome metabolica (5). È interessante notare che, se la luce solare influisce direttamente sull’ossido nitrico, ci sono una serie di altri potenziali benefici che possono verificarsi grazie a questo meccanismo. L’ossido nitrico è responsabile, infatti, anche di altre azioni all’interno dell’organismo, come ad esempio nella funzione delle piastrine, nell’infiammazione, vasodilatazione e percezione del dolore [6].

Un ampio studio prospettico di coorte sulle donne contenuto nell’Agricultural Health Study ha trovato che una maggiore esposizione alla luce solare è associata ad una riduzione del rischio di cancro al seno. Questo studio ha anche indicato che l’esposizione per periodi prolungati può incrementare l’effetto protettivo (7). È stato anche constatato che la vitamina D, anche tramite integratori, non sembrava avere effetti sulla riduzione del rischio di cancro al seno [7].

La luce solare può danneggiare la pelle in diversi modi. Essa, tuttavia, promuove anche una serie di risposte adattive attraverso la vitamina D (8) e altri meccanismi (9), che possono aiutare ad attenuare questo danno. Le risposte associate alla vitamina D possono aiutare a ridurre il danno al DNA indotto dalla luce solare (8). Altri meccanismi, come la melanina, che viene prodotta dai melanociti in risposta ai danni da radiazione ultravioletta della luce del sole, migliorano la pigmentazione della pelle. Si tratta di una naturale risposta protettiva (9). Tuttavia, alcuni individui, come quelli di carnagione chiara, con le lentiggini e i capelli biondi/rossi (9), hanno la tendenza a bruciarsi anziché abbronzarsi; le risposte protettive non sembrano quindi essere ugualmente efficaci per tutti.

L’esposizione alla luce solare può produrre anche una serie di altre risposte locali. In studi che hanno utilizzato cellule epiteliali isolate in coltura è stato dimostrato che gli Ultravioletti B possono stimolare una serie di fattori neuroendocrini locali, come l’ormone di rilascio della corticotropina, la proopiomelanocortina, l’ACTH, le endorfine Beta, i glucocorticoidi, e i recettori dei glucocorticoidi (10). Sono state osservate variazioni in base alla lunghezza d’onda in quasi tutti gli aspetti delle funzioni dell’asse ipotalamo-ipofisi a livello cutaneo, indicando che le radiazioni ultraviolette possono coordinare meccanismi omeostatici nella pelle attraverso la stimolazione ottenuta tramite diverse risposte neuroendocrine allo stress [10].

Analogamente, la luce solare possiede l’abilità di regolare i ritmi dell’organismo. Il corpo umano si sincronizza con la luce, accordandosi con il momento, la durata, l’intensità, la lunghezza d’onda e la modalità dell’esposizione (11). Questa sincronizzazione funziona meglio quando segue il modello della luce naturale (ossia comprendente un periodo di crepuscolo in contrapposizione a bruschi cicli di luce/buio) (12). I segnali vengono recepiti dalle cellule periferiche e dai fotorecettori retinici, che inviano segnali ormonali all’orologio biologico nel cervello, il nucleo soprachiasmatico (12). È emerso che questo sincronizzazione influenza i livelli di cortisolo, il che è importante perché il cortisolo costituisce un elemento importante nella regolazione dell’omeostasi [13].


Esposizione alla luce solare, rischi per la salute Esposizione alla luce solare, rischi per la salute

L’eccessiva esposizione alla luce solare non è raccomandata perché può avere effetti dannosi. È considerata la causa principale del cancro alla pelle, specialmente quando è associata a scottature [14], e quando l’esposizione alla radiazione ultravioletta è intermittente e intensa (9). La luce ultravioletta prodotta dalla luce solare è stata anche associata ad una serie di altri cambiamenti fisici, come l’infiammazione, alterazione della guarigione delle lesioni e danni al DNA [9].

Se qualcuno ha subito più di 5 scottature nella propria vita, il rischio di melanoma raddoppia (9), e scottature nell’infanzia sono associate ad un aumento del rischio di melanoma in giovane età (9). Nonostante vengano promossi indumenti protettivi, creme solari, etc., la prevalenza delle scottature non è diminuita (9), indicando che queste strategie protettive non vengono adeguatamente/propriamente utilizzate. Alcuni dati raccolti in Olanda suggeriscono che seppur gli abitanti locali si siano ben adattati al clima olandese, quando questo pattern subisce cambiamenti, si verifica un aumento costante dei casi di cancro alla pelle. Generalmente è perché si passa da un’esposizione giornaliera regolare ad un’esposizione intermittente [15].


La Sicurezza delle lampade La Sicurezza delle lampade

In alcuni climi, l’accesso alla luce solare nei mesi invernali è limitato perché la pelle è meno esposta, l’angolo di radiazione solare è ridotto e diminuiscono le ore di luce; motivi per cui l’esposizione alla luce solare potrebbe non essere sufficiente. Ecco perché spesso si ricorre alle lampade, specialmente nei mesi invernali in risposta alla riduzione stagionale della luce solare.

È stato dimostrato che le lampade hanno alcuni benefici, ad esempio sono in grado di aumentare i livelli di vitamina D e migliorare anche altre funzioni come la pressione arteriosa sistolica (17). Inoltre, visto che i lettini abbronzanti utilizzano radiazioni ultraviolette, possono presentarsi anche molti dei benefici discussi in precedenza.

La luce ultravioletta emessa dal sole si divide in tre categorie: Ultravioletta A (UVA), Ultravioletta B (UVB, e Ultravioletta C (UVC) (18). La luce ultravioletta utilizzata nelle lampade è prevalentemente di tipo UVA (95-99%) e UVB (1-5%) (18). Sebbene le lampade possano avere qualche beneficio, sia gli UVA che gli UVB hanno dimostrato effetti cancerogeni (18) simili a quelli della luce solare. Sembra perciò che i lettini abbronzanti possano essere associati allo sviluppo del carcinoma a cellule squamose (18), e ad un aumento del rischio di melanoma (9, 19). Il rischio di sviluppare melanoma è più alto dopo le 10 sessioni di lampade (19). Inoltre in un confronto tra prima e dopo l’anno 2000 non è stata osservata alcuna differenza, il che suggerisce che le lampade odierne non siano migliori dei modelli precedenti [19].


Strategie per proteggersi dal sole Strategie per proteggersi dal sole

Sono state promosse diverse strategie di protezione dagli effetti dannosi della luce ultravioletta. Un esempio è la campagna australiana Slip-Slop-Slap (ossia, indossa una maglietta, spalma po’ di crema solare, e metti un cappello) dei primi anni ‘80 (17). Proteggersi dai raggi ultravioletti è importante per prevenire scottature, le quali, come menzionato in precedenza, sono collegate ad un aumento del rischio di cancro alla pelle. È consigliabile anche evitare l’uso eccessivo delle lampade poiché anch’esse sono state collegate ad un aumento del rischio di cancro (19). Allo stesso tempo, è importante fare screening regolari per poter individuare subito la presenza di cancro alla pelle.[14]

L’esposizione regolare alla luce solare sembra apportare benefici, anche se, come discusso sopra, esposizioni irregolari e intense in grado di provocare scottature possono essere potenzialmente dannose (15). È perciò importante proteggersi, ad esempio indossando indumenti protettivi e mettendo la crema solare. L’utilizzo regolare della crema solare sembra ridurre il rischio di cancro alla pelle (20), e allo stesso tempo, studi indicano che l’utilizzo della crema solare non sembra ostacolare i benefici per la salute della luce solare, come la riduzione del rischio di cancro al seno (7). Sembra, infatti, che un’adeguata quantità di luce ultravioletta riesca penetrare la crema solare, producendo vitamina D (20). Tuttavia, potrebbero essere necessarie ulteriori ricerche per valutare se l’uso della crema solare possa avere un impatto sugli altri meccanismi fisiologici promossi dalla luce solare.

Possono esserci anche alcuni effetti collaterali associati all’utilizzo di crema solare. Studi sugli animali hanno indicato che alcuni composti nelle creme solari possono favorire tossicità riproduttiva/ legata allo sviluppo ed anche disturbare l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (21). Pertanto, potrebbero essere necessarie ulteriori ricerche in questo campo per accertare che le creme solari utilizzate siano sicure.

Sono disponibili un certo numero di prodotti naturali e sintetici che possono aiutare a mitigare i danni indotti dagli ultravioletti rafforzando gli enzimi antiossidanti. Tra gli antiossidanti rientrano l’ alfa-tocoferolo, l’acido ferulico,il flavangenol, ilphloretin, l’acido lipoico e l’acido urico, i lipidi carotenoidi solubili, la vitamina C e una serie di flavonoidi derivati da piante (9). Prodotti e creme solari che contengono queste e altri sostanze collegate possono perciò essere d’aiuto nella protezione contro i danni indotti dagli ultravioletti.


Integratori

Come discusso in precedenza, la vitamina D costituisce un aspetto importante dell’esposizione alla luce solare e possiede una serie di vantaggi fisiologici. L’integrazione può essere rilevante soprattutto per i soggetti che vivono al nord, i quali hanno un maggior rischio di carenze associate alla ridotta esposizione al sole. Tuttavia, poiché la vitamina D può provocare anche effetti negativi, l’integrazione andrebbe gestita sotto la guida di un professionista della salute. Nonostante ci si riferisca alla vitamina D come un sinonimo di luce solare, sembrano esserci una serie di altri meccanismi coinvolti nell’esposizione alla luce solare.


Conclusione

In generale, sembra che le nostre conoscenze sui benefici della luce solare siano limitate. È evidente anche che non tutti hanno la stessa tolleranza alla luce del sole, e che quindi ci sono persone maggiormente predisposte ai suoi effetti nocivi (9). Parlare col tuo medico curante può aiutarti a sviluppare strategie di protezione dal sole che massimizzino i suoi benefici e rendano minimi i suoi pericoli.