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Dismenorrea primaria - Opzioni naturopatiche di trattamento

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Dismenorrea primaria
by: Nadine Gavin, ND

Integrated Healthcare Centre
1255 Sheppard Ave East
Toronto, ON, M2K1E2

www.nadinend.com
ngavin@ccnm.edu



Primary Dysmenorrhea - Naturopathic Treatment Options




Introduzione

Il termine dismenorrea viene comunemente utilizzato per descrivere mestruazioni dolorose. Un trattamento efficace per la dismenorrea, considerata come una delle più comuni condizioni della salute femminile, si basa sulla determinazione e sulla risoluzione della causa alla radice. Quando il dolore è dovuto a una condizione pelvica o sistemica specifica, si parla di dismenorrea secondaria. In assenza di patologie o anomalie fisiche, il dolore mestruale viene semplicemente indicato con il termine di dismenorrea primaria. Una diagnosi accurata si basa sull'esame fisico e sulla valutazione dell'intera storia del paziente. Uno studio su donne canadesi in fase mestruale ha rilevato che il 60% di esse riportava dismenorrea primaria. Il 51% riferiva poi che il dolore influiva sulle attività giornaliere mentre il 17% riferiva di assentarsi dal lavoro (1). Le implicazioni sociali e la prevalenza di questa condizione esigono trattamenti sicuri e sostenibili. Il presente articolo esplorerà le opzioni terapeutiche esistenti per la dismenorrea primaria.


Key Features Caratteristiche principali

La dismenorrea primaria tipicamente insorge nel corso del primo anno di menarca una volta che si è verificata l'ovulazione (2). Se la dismenorrea si presenta dopo questo lasso di tempo, è bene valutare cause secondarie. Il dolore solitamente inizia poche ore prima della comparsa del flusso mestruale e può durare dai 2 ai 3 giorni. Il dolore è localizzato nella regione soprapubica e viene spesso descritto come crampiforme. Può essere associato a nausea, vomito e diarrea (3). Una volta escluse le cause secondarie, si tratta di una diagnosi per esclusione. Tutti gli esami fisici e gli studi diagnostici per immagini dovrebbero rivelare risultati nella norma. Attualmente si ritiene che la dismenorrea primaria sia dovuta a uno squilibrio delle prostaglandine che comporta contrazioni e spasmi uterini con una diminuzione dell'afflusso sanguigno all'utero che causa dolore (2). Le prostaglandine responsabili sono nello specifico la PGF2-alfa e la PGE2 (2). Il calo di progesterone che avviene durante l'ovulazione innesca il rilascio di queste prostaglandine. Ne consegue che la dismenorrea primaria si verifica soltanto in presenza di cicli ovulatori (2). I trattamenti convenzionali e naturali hanno come target proprio questo meccanismo d'azione. Attualmente i trattamenti convenzionali includono i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e i contraccettivi orali. I FANS inibiscono il rilascio di prostaglandine mentre i contraccettivi orali sopprimono l'ovulazione, riducono il flusso mestruale e di conseguenza il livello di prostaglandine (2). Anche se questi trattamenti offrono un sollievo temporaneo, essi non correggono però lo squilibrio di base delle prostaglandine.


Diet & Lifestyle Dieta & Stile di vita

I cambiamenti delle abitudini alimentari costituiscono parte integrante di un piano di trattamento della dismenorrea primaria. Una dieta terapeutica dovrebbe concentrasi sulla riduzione della produzione di PGF2-alfa e PGE2 per ridurre gli spasmi promuovendo allo stesso tempo cambiamenti funzionali a livello pelvico. L'acido arachidonico (AA) è il precursore delle prostaglandine PGF2-alfa e PGE2. Evitare cibi ad alto contenuto di AA, come tuorli d'uovo, carne rossa e pollame, diminuisce la produzione di queste prostaglandine e riduce le contrazioni uterine (4). Anche i grassi saturi stimolano la produzione delle prostaglandine di serie 2 (PGE2). La ricerca ha dimostrato che se una donna consuma una dieta vegetariana a basso contenuto di grassi, l'intensità e la durata del dolore diminuiscono (5). Anche i cibi che promuovono la produzione delle prostaglandine antispasmodiche, PGE1 e PGE3, riducono i crampi mestruali (6). Pesci come il salmone, lo sgombro, il tonno, l'halibut e le sardine aumentano gli acidi grassi omega 3 che producono le prostaglandine PGE3. Una dieta ricca di frutta secca e semi, come quelli di zucca, lino, girasole e sesamo aumenta anch'essa i livelli di prostaglandine.

Anche l'identificazione dei cibi che possono aggravare la condizione e la loro eliminazione dalla dieta può contribuire a ridurre i sintomi. Gli alimenti che provocano gas e gonfiore in individui sensibili, come i latticini e il sale, potrebbero infatti aggravare ulteriormente il dolore mestruale (4). Le sensibilità alimentari sono state analogamente associate ad alcuni casi di dismenorrea (7). La riduzione del consumo di questi cibi può ridurre il disagio generale e offrire un ulteriore aiuto a una dieta terapeutica. Una dieta con cibi interi, ricca di frutta, verdura e cereali integrali (come l'orzo, il miglio, l'amaranto e la segale) è in grado di dare risalto ai nutrienti e alle fibre essenziali per ottimizzare la funzione uterina. È stato infatti dimostrato che il consumo di fibre è inversamente proporzionale al dolore mestruale (8). Molte verdure sono ricche di nutrienti essenziali per una funzione muscolare ottimale, come il magnesio, il calcio e il potassio. Inoltre, la frutta è ricca di sostanze antinfiammarie come i bioflavonidi e la vitamina C. Questi nutrienti riducono il livello di infiammazione generale e sostengono la circolazione verso le aree di tensione muscolare riducendo il dolore mestruale (4). Anche i fattori inerenti allo stile di vita influenzano la dismenorrea primaria. Il fumo, lo stile di vita sedentario e lo stress sono associati a un aumento dei sintomi (9). Un recente studio controllato ha rilevato che le donne che praticano attività fisica con regolarità sperimentano effetti positivi nella riduzione del dolore rispetto alle loro controparti sedentarie (10).


Nutritional Supplementation Integratori alimentari

Magnesio: Una rassegna Cochrane del 2001 ha mostrato che in pazienti affette da dismenorrea il magnesio è più efficace di un placebo per la riduzione del dolore e che esso si traduce in minor uso di analgesici (11). Il magnesio è un cofattore necessario per molteplici reazioni biochimiche, inclusa la biosintesi delle prostaglandine. In uno studio si è dimostrato che l'integrazione di magnesio abbassa i livelli di PGF2 nel fluido mestruale del 45% (12). Il magnesio è noto anche per la sua azione rilassante sulla muscolatura liscia e può dilatare i vasi sanguigni pelvici riducendo i sintomi della dismenorrea (4).

Acidi grassi omega 3: Gli acidi grassi essenziali costituiscono i mattoni della nostra dieta con cui vengono costruite le prostaglandine. Ci sono due famiglie di acidi grassi essenziali: gli omega-6 e gli omega-3. Come menzionato già brevemente nella sezione sull'alimentazione, gli acidi grassi omega-3 sono necessari per la produzione delle prostaglandine antinfiammatorie PGE3. L'acido arachidonico e le PGE2 sono alcuni dei prodotti creati a partire dagli acidi grassi omega-6. Sebbene il nostro organismo abbia bisogno di entrambi questi acidi grassi essenziali, la dieta occidentale ha un contenuto molto più elevato di omega-6, comportando una sovrapproduzione di PGE2. Aumentare l'apporto di acidi grassi omega-3 nella dieta o tramite integratori può compensare questo squilibrio e ridurre il dolore e le contrazioni uterine. In uno studio su 42 adolescenti donne, l'integrazione con olio di pesce per 2 mesi ha avuto come risultato una diminuzione significativa del dolore che esse riportavano rispetto ad un placebo (13). Un recente studio ha supportato queste scoperte. Le donne che hanno assunto integratori di acidi grassi omega-3 per 3 mesi hanno mostrato una riduzione della sintomatologia relativa alla dismenorrea primaria e ridotto l'uso di ibruprofene durante le mestruazioni per sopportate il dolore (14).

Tiamina: In uno studio randomizzato controllato su 556 donne in periodo mestruale affette da dismenorrea spasmodica, l'integrazione di tiamina per 3 mesi ha comportato la risoluzione completa dei sintomi nell'87% dei partecipanti. Questi risultati sono perdurati per due mesi dopo la risoluzione dello studio, portando i ricercatori a dichiarare la tiamina una sostanza potenzialmente curativa. Sebbene questi risultati siano promettenti, il trial è stato condotto in India, un'area associata a carenza di tiamina. Rimane ancora da vedere se la risposta sarebbe così profonda in un'altra popolazione.

Niacina: La niacina ha dimostrato di ridurre i crampi mestruali nell'87,5% delle donne che l'hanno assunta in basse dosi per tutto il mese e poi ne hanno incrementato l'uso duranti gli episodi di dolore mestruale (16). Alcune donne hanno sperimentato uno spiacevole arrossamento in viso in seguito all'uso di niacina ma nessuna ha interrotto il trattamento. È interessante notare che le donne che non hanno sperimentato benefici rientrano tra quelle che non hanno avuto episodi di arrossamento. La vasodilatazione che causa l'arrossamento da niacina può aiutare ad aumentare la circolazione verso i vasi sanguigni uterini e a diminuire così il dolore (4).

Vitamina E: La vitamina E sopprime la produzione delle prostaglandine che causano gli spami promuovendo al contempo la vasodilatazione e il rilassamento muscolare (17). In un trial clinico randomizzato controllato, la vitamina E ha mostrato di ridurre la severità della dismenorrea primaria (18). Anche se la vitamina E dimostrava di possedere benefici maggiori, anche il gruppo sottoposto a placebo sperimentava però sollievo dal dolore. I ricercatori hanno quindi compiuto ulteriori studi e hanno scoperto che si verificava una significativa riduzione del dolore e della durata dei crampi mestruali quando la vitamina E era integrata in un periodo vicino al ciclo mestruale (19). Queste scoperte sono state poi replicate in diversi studi a sostegno dell'ipotesi che la vitamina E abbassa la durata e la severità dei sintomi nella dismenorrea primaria (20).


Conclusion Conclusioni

Un approccio efficace per il trattamento della dismenorrea dovrebbe ridurre il dolore e agire sui fattori che la causano. Questo comporta una revisione completa di quelle abitudini alimentari e inerenti allo stile di vita che possono contribuire ad aumentare l'infiammazione nell'organismo. Mentre la medicina convenzionale può arrestare la produzione delle prostaglandine infiammatorie tramite l'uso di FANS, la correzione dello squilibrio tramite approcci naturopatici può dare vita a soluzioni sostenibili per la dismenorrea primaria. I trattamenti menzionati nel presente articolo possono offrire un sollievo dal dolore acuto in pazienti affette da dismenorrea secondaria, ma agire sulle cause che ne sono alla base dovrebbe restare l'obiettivo di una corretta gestione. La dismenorrea deve quindi essere valutata da un medico al fine di determinare le opzioni terapeutiche e la gestione più appropriate.