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Probiotici e fibre - La prevenzione e il trattamento del diabete mellito gestazionale

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Probiotici e fibre

by Dr. Sarah King ND

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Probiotics and Fibre Prevention and Treatment of Gestational Diabetes




Il diabete mellito gestazionale (DGM) è una diagnosi che descrive l’intolleranza al glucosio, con l'insorgenza del diabete durante la gravidanza, in una donna precedentemente non-diabetica. [1] Con una prevalenza di 8-18%, nelle gravidanze canadesi,[2] lo screening è consigliato dopo circa 24 settimane di gestazione.[3] È anche riconosciuto che il DGM si verifica più spesso nelle donne in sovrappeso e obese ed è associato con un rischio aumentato di complicazioni multiple, sia per la madre e che per il bambino tra cui: pre-eclampsia e la necessità di un parto cesareo, a causa di un peso alla nascita più alto del normale, durante la gestazione.[3] Inoltre, la preoccupazione è legata al fatto che le madri affette da DGM sono soggette a un rischio del 20-50% di sviluppare il diabete classico, ovvero il dabete mellitus di Tipo 2 (T2DM) dopo la gravidanza.[4]

Per il neonato, avente una madre con una diagnosi di DGM, aumentano, oltre la soglia normale, i livelli di rischio legati ad adiposità, distocia della spalla e ipoglicemia neonatale. [3] È stato postulato che un’infiammazione cronica, di grado basso può essere un co-fattore, in presenza dell’obesità.[5] Questo coincide con l’idea che la resistenza all’insulina, da parte della madre, può portare a un’infiammazione.[6]

Anche se esistono dei prodotti farmaceutici per il controllo del glucosio, prevenire è la chiave, in quanto gli interventi a breve termine non possono ridurre le complicazioni a lungo termine, per la madre o per il bambino.[3] È noto che, quando si cura o si previene il DMT2, combinando la dieta e l’esercizio fisico, si migliorano significativamente la regolazione del glucosio nel sangue e la sensibilità all'insulina, negli individui non gravidi.[7] Tuttavia, per le donne incinte, ci sono dei risultati misti in merito a questi interventi legati agli stili di vita e alla dieta, in quanto è in generale più difficile rispettare dei regimi con costanza.[3]

Molti studi hanno esaminato il ruolo del microbioma intestinale nell’infiammazione, nel DMT2, nella resistenza all'insulina e nell’aumento di peso. [8] Molteplici fattori influenzano la microflora dell'intestino, tra cui l’uso degli antibiotici (in qualsiasi momento, dall'infanzia in avanti) e la dieta attuale [3], dove l'assunzione delle fibre è sempre più benefica. [7]

Gli interventi basati sulla dieta hanno dimostrato la maggiore riduzione dell’aumento di peso durante la gestazione, abbassando i livelli di leptina nel siero del 20%. [7] Questo può influenzare significativamente il controllo del glucosio e la sensibilità all’insulina, così come modificare potenzialmente l’infiammazione di grado basso, che vediamo nei pazienti in sovrappeso e obesi. Inoltre, i ricercatori hanno indagato sul ruolo dei probiotici come mediatori dell’infiammazione [8] e come questo si inserisca nella prevenzione e nel trattamento del DGM.

Trattamento con probiotici per il DGM Probiotics and Fibre Prevention and Treatment of Gestational Diabetes

I probiotici operano alterando il microbioma intestinale e modificando la concentrazione di lipopolisaccaridi nel plasma. [7] La loro presenza nell'intestino e i metaboliti prodotti da questi batteri probiotici, inducono delle alterazioni delle vie infiammatorie e colpiscono la sensibilità all’insulina. [7] In uno studio del 2016, Karamali ha suggerito che alcuni ceppi di probiotici possano agire bloccando la soppressione del trasportatore di glucosio di tipo 4 (GLUT4) e può essere attraverso questo meccanismo che siamo in grado di influenzare il controllo del glucosio. [8]

Uno studio condotto da Luoto et al (2010) ha dimostrato che l’integrazione di probiotici durante la gravidanza, nelle donne con un peso normale, è stata in grado di ridurre il tasso di DGM dal 34% al 13%. [9] Di interesse sono i ceppi specifici che sono stati utilizzati in questo studio. Differenti ceppi di probiotici possono avere diversi effetti nel corpo, colpendo i percorsi distintivi e mostrando miglioramenti in diverse forme di benessere. Per esempio, sappiamo che alcune specie e ceppi sono più vantaggiosi per il gas e coliche, d’altro canto, altri sono più adatti a prevenire la diarrea, derivante dall’uso di antibiotici. Allo stesso modo, non tutti i ceppi probiotici che vengono integrati porteranno dei vantaggi per la sensibilità all'insulina, l’appetito e per il controllo del glucosio. La ricerca attuale in quest’area dimostra proprio questo.

Due studi di Lindsay et al (2014 e 2015), che hanno trattato le donne incinte obese e quelle a cui era stato appena diagnosticato il DGM, con il ceppo Lactobacillus salivarius UCC118, a una dose di 1 miliardo di unità formanti colonie (CFU). [10][11] In entrambi i casi, nessun effetto benefico è stato riportato nel controllo glicemico o in altri esiti della gravidanza. Tuttavia, un risultato è stata la riduzione generale dei valori e del colesterolo LDL, il che dimostra un beneficio per i livelli dei lipidi, ma non per ridurre lo stato del DGM. [11]

Karamali et al (2016) hanno usato 2 miliardi di CFU di Lactobacillus acidophilus e di Bifidobacterium bifidum, nelle donne che erano state diagnosticate con DGM, e hanno rilevato un beneficio, attraverso questo intervento, entro 6 settimane dal trattamento. [8] Dei miglioramenti sono stati osservati nel controllo glicemico, nei livelli dei trigliceridi e nelle concentrazioni delle lipoproteine a bassissima densità (VLDL). Inoltre, ci sono state delle riduzioni significative delle concentrazioni del glucosio nel sangue e dell’insulina nel siero, a digiuno, rispetto al placebo. [8]

Uno studio del 2015 ha usato una combinazione di 4 ceppi, con 4 miliardi di CFU per ceppo: L. Acidophilus LA-5, Bifidobacterium lactis aminalis BB-12, Streptococcus thermophilus STY-31 e Lactobacillus delbrueckii bulgaricus LBY-27. [6] Dopo 8 settimane d’intervento, le donne con una diagnosi di DGM hanno presentato una riduzione dell’aumento di peso gestazionale, dopo il trattamento con probiotici, rispetto al placebo. Il cambiamento è stato significativo dopo 6 settimane d’intervento e, alla fine dello studio, il gruppo trattato con probiotici ha registrato dei livelli significativamente più bassi della glicemia a digiuno e una diminuzione della resistenza all’insulina di quasi il 7%. [6]

Una tendenza che sembra apparire nella ricerca è l'uso del Lactobacillus rhamnosus GG e del Bifidobacterium lactis BB12, nel DGM, e il successivo beneficio che ne deriva. Lo studio condotto da Luoto (2010) ha utilizzato un dosaggio di 10 miliardi di CFU per ciascuno di questi ceppi, ma altre combinazioni e dosaggi sono anche oggetto d’indagine. [9]

Lo studio SPRING, condotto da Nitert et al (2013) in Australia, è stato condotto per testare gli stessi due ceppi impiegati da Luoto nel 2010 per il suo studio, ma con una dose di 1 miliardo di CFU, per 24 settimane, durante la gravidanza, a partire da 16 settimane di gestazione. [3] Questo studio, una volta completato e pubblicato, consentirà di capire meglio se questi ceppi possono essere utilizzati nella prevenzione del diabete gestazionale, nelle gravidanze ad alto rischio, tra le donne in sovrappeso e obese. Detto questo, una revisione Cochrane pubblicata nel 2014, senza questi dati, ha concluso che quando è iniziato nei primi giorni di gravidanza, l’intervento con probiotici ha ridotto il tasso di DGM, nonché il peso alla nascita del neonato. Tuttavia, a oggi, non sono state riportate differenze nel tasso di aborto, bambino nato morto o morte neonatale. [12]

Nei numerosi studi sui probiotici assunti in gravidanza, una cosa che appare evidente è il profilo di sicurezza dell’intervento a base di probiotici mediante questi ceppi testati. Fino a oggi, non sono stati riscontrati degli effetti collaterali significativi sulla madre o la prole, legati all’assunzione di probiotici, anche con la prima esposizione durante il primo trimestre. [7]

Interventi dietetici e assunzione di fibre

Una meta-analisi degli interventi per il DGM ha mostrato che gli interventi dietetici sono stati in grado di ridurre i tassi di DGM del 33%, ma quando i probiotici sono stati aggiunti a questi cambiamenti nella dieta/linee guida, il rischio è stato ridotto del 60%. [7] Inoltre, gli interventi sulla dieta sono stati in grado di ridurre il rischio di ipertensione gestazionale e pre-eclampsia dell’84% e del 34%, rispettivamente. [7]

Probiotics and Fibre Prevention and Treatment of Gestational Diabetes

Gli interventi dietetici pre-gravidanza, portati avanti durante la gestazione, hanno il potenziale d’impedire il DGM, grazie alla capacità di controllare il carico glicemico e l’aumento di peso gestazionale. [7] Con l'aggiunta di 10 g di fibre al giorno, il rischio di diabete gestazionale è ridotto del 25%. [7]

Il ruolo delle fibre e dei benefici delle specie di probiotici vanno di pari passo. La ricerca dimostra un beneficio, derivate da entrambi gli interventi, sulla riduzione del rischio legato al diabete gestazionale e un miglioramento della sensibilità all'insulina; inoltre, una dieta ricca di fibre contribuisce anche al mantenimento di un microbioma intestinale sano, in quanto i batteri benefici utilizzano le fibre come fonte di combustibile. Questo favorisce la loro sopravvivenza e la proliferazione nel tratto gastrointestinale inferiore.

La dieta a base di fibre ha molti altri vantaggi, tra cui ritardare lo svuotamento gastrico e rallentare l'assorbimento di glucosio, risultante in aumenti più piccoli dei livelli di insulina. [2] Sappiamo che un alto carico glicemico nelle diete, combinato con una bassa assunzione di fibre, aumenta il rischio di DGM. [2] Tuttavia, con qualsiasi intervento o trattamento, è importante tenere a mente il quadro generale.

L’assunzione di fibre ed eventualmente l’integrazione probiotica, sembrano entrambi avere dei benefici sul controllo del glucosio, nelle donne in sovrappeso e obese, ma tutti gli aspetti della dieta e dello stile di vita hanno bisogno di essere valutati. Anche limitare i carboidrati e gli zuccheri semplici, in una certa misura, sarà utile, ma questo deve essere correttamente calcolato e controllato da un professionista sanitario. Le raccomandazioni, in merito al controllo del glucosio in gravidanza, limitano i carboidrati al 35-40% delle calorie quotidiane [1], anche se questo calcolo può variare leggermente a seconda dei singoli casi.

Per esempio, diversi studi hanno dimostrato il beneficio, con un’entità da lieve a moderata, derivante dall’attività fisica pre-concepimento e durante la gravidanza. Uno studio condotto sul salire le scale quotidianamente ha mostrato una diminuzione del rischio di diabete gestazionale dal 49-78%, rispetto a chi non saliva le scale. [2] Dal punto di vista della sicurezza, non sono stati segnalati degli effetti negativi sulla salute della madre o del feto, nelle donne incinte che partecipano a un’attività fisica, da lieve a moderata, durante la gravidanza. [2]

Conclusioni

Anche se le modifiche della dieta e dello stile di vita hanno la capacità di alterare il controllo del glucosio e di prevenire il DGM, degli importanti cambiamenti nelle abitudini alimentari possono essere difficili da seguire in modo costante, per le donne in gravidanza. Una cosa importante, durante il primo trimestre, sarebbe di enfatizzare una dieta ricca di fibre, limitando i carboidrati semplici.

L’integrazione di probiotici può servire come un trattamento ulteriore o alternativo, pur continuando la consulenza in materia di alimentazione e di attività fisica. A oggi, diversi ceppi e combinazioni di probiotici hanno mostrato di avere dei benefici nel modificare la regolazione del glucosio. Tra questi vi sono delle specie come il Lactobacillus rhamnosus, Bifidobacterium lactis animalis, il Bifidobacterium bifidum e il Lactobacillus acidophilus, anche se altri sono ancora oggetto di ricerca.