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Cancro - Introduzione a una prospettiva naturopatica

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Cancro - Introduzione a una prospettiva naturopatica
by: Jessa Landmann, ND

Toronto, Ontario
jessalandmann.nd@gmail.com


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Cancro - Introduzione a una prospettiva naturopatica


Parte I: L’incidenza del cancro in Canada

L’incidenza si riferisce al numero di nuovi casi di una particolare malattia o condizione in un dato anno. Le informazioni che seguono sono tratte dall'Annuario Statistico sul Cancro in Canada, una pubblicazione congiunta dell'Associazione Canadese di Cancerologia e Statistiche.[ 1] In generale, i tassi di incidenza sono andati lentamente aumentando in Canada, anche se in teoria, questo potrebbe essere spiegato in parte da una migliore individuazione e da un invecchiamento demografico, piuttosto che dall’aumento del rischio di cancro.

Si stima che 2 canadesi su 5 svilupperanno il cancro a un certo punto nella loro vita.[ 1] Per il 2013, sono stati diagnosticati 187.600 nuovi casi , di cui poco più della metà avrebbe il cancro alla prostata, alla mammella, al polmone e o quello colorettale. Gli uomini hanno un rischio lievemente maggiore di sviluppare il cancro nella loro vita. Si è stimato che il 46,6 % degli uomini, o 1 su 2.2, svilupperà il cancro nella propria vita, rispetto alla probabilità delle donne, che è il 41 %, oppure 1 su 2.4 . Quando l'età è presa in considerazione, l' 88% delle nuove diagnosi di cancro sono quelle delle donne di età superiore ai 50 anni, e l’1% dei nuovi casi è in età compresa tra 0 e 19 anni. Le province atlantiche e quelle del Quebec hanno maggiori tassi di incidenza rispetto al resto del Canada, e la predisposizione diminuisce da ovest a est, terminando con la Columbia Britannica, avente i tassi più bassi.[ 1]

La probabilità di sviluppare il cancro è multifattoriale, e dipende anche dal tipo di tumore. Ad esempio, è stato stimato che 1 uomo su 7 sarà colpito da cancro alla prostata e 1 donna su 9 sarà colpita dal cancro al seno nel corso della sua vita.[ 1] Il cancro al polmone è in fase di declino nel sesso maschile, probabilmente a causa del minore uso di tabacco. Anche il cancro allo stomaco sta diminuendo in entrambi i sessi, si pensa che sia grazie a dei miglioramenti nella dieta, a un ridotto consumo di tabacco e di alcol, e il riconoscimento del H. pylori come fattore di rischio. Tuttavia, sono crescenti i tassi di incidenza del cancro al fegato e alla tiroide sia tra maschi che tra femmine.

E’ importante raccogliere i tassi di incidenza poichè possono contribuire a predire il futuro onere salutare per la popolazione, garantire adeguati controlli e servizi di trattamento. Inoltre, essi possono contribuire a informare su dove è opportuno concentrare gli sforzi nella prevenzione, e quale cura di supporto può essere richiesta. La seguente serie discuterà le prospettive naturopatiche sulle strategie complementari contro il cancro.



Cancer - An Introduction to a Naturopathic Perspective

Parte II: L’importanza dell'esercizio nella fase precoce del cancro al seno e alla prostata
By: Jessa Landmann, ND

Toronto, Ontario
jessalandmann.nd@gmail.com


L’importanza dell'esercizio  nella fase precoce  del cancro al seno e alla prostata

Sono numerosi gli studi pubblicati rispetto all'attività fisica e il cancro. Infatti, l'attività fisica è stata proposta come fattore di uno stile di vita più forte e consistentemente associato all’incidenza e alla ricorrenza del cancro al seno.[ 1] Uno studio ha chiesto a delle donne cui è stato diagnosticato uno stadio precoce del tumore al seno della loro attività fisica dopo la diagnosi. Coloro che fanno esercizio più di un'ora alla settimana hanno presentato una riduzione della mortalità legata al cancro, e il più grande vantaggio è di coloro che camminano per 3-5 ore a settimana.[ 2]

Molti altri studi hanno mostrato una correlazione positiva tra l’attività fisica e una vita libera dal cancro al seno.[3, 4] Di particolare rilevanza clinica è la distribuzione dell’attività fisica. Uno studio ha esaminato un cambiamento nell’attività fisica da prima a dopo la diagnosi, e ha dimostrato come le donne che hanno mantenuto o incrementato il livello di attività fisica di tre ore o più a settimana presentavano il 33% in meno a rischio di morte, anche se queste erano state inattive prima della loro diagnosi.[ 5]

Rispetto al cancro della prostata, la ricerca non mostra un chiaro filo conduttore tra l'esercizio fisico e la prevenzione. Tuttavia, vi è un dato che dimostra che l'obesità è un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia.[ 6] Uno dei più chiari vantaggi dell’esercizio per il cancro alla prostata è la sua efficacia nel migliorare molti degli effetti avversi associati al trattamento.

Un comune trattamento convenzionale è la Terapia di Privazione Androgena (ADT), che riduce drasticamente i livelli di testosterone con molti dolorosi effetti collaterali, come disfunzione sessuale. Uno studio ha dimostrato che 12 settimane di aerobica e allenamento di resistenza mantiene i livelli normali di attività sessuale negli uomini in ADT, mentre coloro che non praticavano esercizio fisico avevano ridotto la loro attività sessuale.[ 7]

Come il cancro al seno, l’attività fisica praticata dopo la diagnosi di cancro alla prostata è stata in grado di prevenire la progressione della malattia e aumentare le chance di sopravvivenza. Uno studio ha dimostrato che un’attività intensa di tre o più ore a settimana è stata associata al 61% in meno di rischio di morte rispetto agli uomini che hanno fatto esercizio fisico per meno di un'ora alla settimana.[ 8] Sono state definite attività intense sport come: la mountain bike, il tennis, il jogging, o il nuoto. Un altro studio ha mostrato risultati simili nel camminare a passo sostenuto. Le persone che hanno praticato questo tipo di passeggiata più di tre ore a settimana hanno un tasso del 57% in meno di progressione rispetto a coloro che hanno camminato a passo normale per meno di tre ore a settimana.[ 9]

Esploreremo la correlazione tra attività fisica e perdita di peso rispetto ai tumori avanzati nella Parte III di questo articolo.



Cancro - un'introduzione alla prospettiva naturopatica

Parte III: L’Importanza dell’attività fisica e della stabilizzazione del peso negli stadi avanzati del Cancro
By: Jessa Landmann, ND

Toronto, Ontario
jessalandmann.nd@gmail.com


L’Importanza dell’attività fisica e della stabilizzazione del peso negli stadi avanzati del Cancro

È comune per i pazienti in stadio avanzato sottoposti al trattamento perdere peso. La cachessia è caratterizzata da una costante perdita di massa muscolare dovuta ad un alterato metabolismo e catabolismo proteico, si pensa sia soprattutto associato a un’infiammazione cronica. Cosa ancora più importante, non è causata da una ridotta assunzione di cibo e, pertanto, non può essere principalmente gestita in modo tale, anche se l'alimentazione è ancora un elemento molto importante. Un completo approccio alla cachessia dovrebbe comprendere il mantenimento della massa muscolare, ottimizzando l’apporto nutritivo e riducendo l'infiammazione.

Al contrario, la malnutrizione può anche provocare perdita di peso, che è una carenza di energia, proteine e altri nutrienti prevalentemente dovuta a una ridotta assunzione di cibo. La malnutrizione può esistere a causa di mucosite, nausea, vomito e dolore. Come tali, degli interventi nutrizionali hanno dimostrato di lottare contro la perdita di peso con buon successo nei pazienti sofferenti di malnutrizione.

Come discusso nella parte II, c'è un'ampia ricerca riguardo i benefici dell’esercizio fisico nella prima fase dei tumori, ma purtroppo non c'è una scarsità di ricerca sull’attività fisica nei pazienti con cancro avanzato e in quelli con cachessia. Uno studio nei pazienti in IV stadio ha dimostrato che fare esercizio per 60 minuti due volte alla settimana per otto settimane crea una maggiore robustezza muscolare, misurata dalla forza nella presa della mano, e i ricercatori hanno concluso che l’esercizio fisico è un possibile aspetto positivo della cura.[ 1] Nei tumori avanzati, una riduzione dell’attività fisica è legata alla compromessa qualità della vita[2].

L'esercizio fisico ha un effetto benefico sull’aumentare o mantenere la massa muscolare, aumenta la risposta immunitaria e diminuisce alcuni marcatori di infiammazione.[ 3] Sia un esercizio aerobico che un allenamento di resistenza incrementano massa muscolare e forza.[ 3] A una bassa massa muscolare è associato un aumentato del rischio di dose-limitante della tossicità chemioterapica tossicità, quali il basso numero di globuli bianchi e una sopravvivenza globale ridotta, e quindi è estremamente importante mantenere la massa muscolare nei tumori avanzati. E’ stato suggerito che quando i pazienti avviano un regime quotidiano regime di esercizio, essi aumentano il loro apporto proteico di 1,0 -1,5 g/kg/g e quello calorico dovrebbe aumentare di 300-400 kcal/g.[4]

Di estrema importanza clinica è la questione della stabilizzazione avanzata del peso anche nei pazienti in sovrappeso affetti da cancro. La cachessia potenzialmente può per essere scambiata per un’epidemia di obesità poiché la perdita di massa muscolare è più difficile da rilevare negli individui grassi.[2]

Monitorare il peso corporeo e la sua composizione sono aspetti importanti dell'attuale valutazione clinica dei pazienti con cancro avanzato, e dovrebbero essere misurati ad ogni visita a prescindere dalla comparsa di un evidente deperimento, spesso associato alla cachessia. Questo perché una volta in questa fase, è meno suscettibile di inversione.[5]



Cancro - Introduzione a una prospettiva naturopatica

Parte IV: Alte dosi Vitamina C per via endovenosa e Cancro
By: Jessa Landmann, ND

Toronto, Ontario
jessalandmann.nd@gmail.com


Alte dosi Vitamina C per via endovenosa e Cancro

La vitamina C è un importante antiossidante e contribuisce al funzionamento del sistema immunitario. La vitamina C per via orale è comunemente adottate contro il freddo e l'influenza stagionale, ma la vitamina C per via endovenosa (IVC) sta diventando un sempre più comune trattamento per il cancro. Quando somministrata per via endovenosa, la concentrazione di vitamina C raggiunge grandezze non possibili quando somministrata per via orale, e senza effetti negativi.

Ci sono numerose ragioni per le quali l’IVC può essere utile nel trattamento del cancro. Primo: essa svolge un ruolo importante nella produzione di collagene e può proteggere il tessuto normale dall’invasività tumorale o metastasi. Secondo: è stato dimostrato che i livelli di vitamina C sono profondamente impoveriti nei pazienti affetti da cancro, il che si correla ai livelli di infiammazione.

Terzo nonostante le polemiche nella medicina comune sul fatto che gli antiossidanti possano contrastare la chemioterapia, ad alte concentrazioni ,ottenuta per via endovenosa, la vitamina C agisce come proossidante ed è tossica per le cellule tumorali. Quarto: la vitamina C può inibire l'angiogenesi tumorale, il processo di formazione di nuovi globuli fondamentale alla sopravvivenza del tumore. In quinto luogo, pazienti a cui viene somministrata l’IVC in concomitanza con la chemioterapia standard riportano meno affaticamento, nausea, depressione, disturbi del sonno, un appetito migliorato e benessere.[1]

Ci sono molti studi con prove cliniche che mostrano promesse per taluni tipi di cancro. Il cancro al pancreas purtroppo viene spesso diagnosticato al IV stadio e quindi ha alti tassi di mortalità. Alcuni studi recenti hanno dimostrato che l’IVC insieme alla chemioterapia convenzionale dimostra un’elevata tollerabilità e una buona risposta del corpo .[2, 3] Uno studio su pazienti affetti da cancro al seno in fase II e III ha mostrato una significativa riduzione delle malattie e dei disturbi indotti da chemioterapia e radioterapia.[ 4] Gli studi cellulari hanno dimostrato che la vitamina C è tossica per il cancro della prostata,[ 5] per il carcinoma polmonare non a piccole cellule,[ 6] e per le cellule tumorali del colon,[ 7] mentre degli studi condotti sugli animali hanno dimostrato che si può avere una certa efficacia nel trattamento del melanoma[ 8] e del mesotelioma, che è notoriamente difficile da trattare.[9]

Di importante applicazione clinica è il potenziale utilizzo dell’IVC nelle cure palliative. In un piccolo studio su dei malati terminali a cui sono state date infusioni di vitamina C due volte a settimana per una settimana insieme all'assunzione orale della vitamina C. Il bilancio della qualità della vita è stato completato, sia prima che dopo il trattamento, e ha indicato che i pazienti hanno riferito un complessivo miglioramento fisico, emotivo e sociale, oltre che una minore sintomatologia della malattia , compresi: affaticamento, nausea e vomito, dolore, disturbi del sonno e perdita di appetito.[ 10] Ciò è importante perché la qualità della vita è importante almeno quanto lo è curare dei pazienti ammalati di cancro in fase terminale.